Riapertura scuole in Campania, incontro con i pediatri per classi sicure
by Redazione InternapoliScuole in Campania, incontro con i pediatri. In preparazione al prossimo anno scolastico, la Regione ritiene indispensabile, da subito, un confronto con la comunità scientifica. In particolar modo De Luca vuole un confronto con i medici pediatri. Per metà della prossima settimana è stato fissato un primo incontro per fare il punto sulle problematiche relative alla tutela della sicurezza e all’organizzazione delle classi. “E’ un passaggio di grande valore e importanza per le decisioni che saranno prese a garanzia della salute degli alunni e delle famiglie”, dice De Luca.
Le proteste per una scuola sicura
Studenti, insegnanti, genitori e bambini sono scesi oggi in piazza in 16 città italiane per chiedere la riapertura delle scuole chiuse ormai da marzo per l’emergenza Coronavirus. Roma, Firenze, Milano, Bologna, Genova, Napoli, Cagliari sono tra i capoluoghi dove si sono svolte manifestazioni organizzate dal comitato “Priorità alla scuola”. Indossando mascherine e mantenendo le distanze di sicurezza, i partecipanti hanno esposto striscioni e intonato cori. “In oltre 350 hanno manifestato a Roma, a pochi metri dal Miur, 2.000 persone a Milano distribuite di fronte a cento scuole, 500 a Napoli, 1.200 a Firenze, 400 a Bologna e 200 a Faenza”, fa sapere il comitato che ha organizzato l’iniziativa. Nei giorni scorsi la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha detto che il ritorno tra i banchi dipenderà dall’evoluzione del virus.
“Basta didattica a distanza”
“L’istruzione è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, la scuola deve riaprire in sicurezza dando priorità alla didattica in presenza – sostiene il comitato -. A settembre, a ben sei mesi dalla chiusura, non si potrà più parlare di emergenza. La ‘didattica a distanza’ è la didattica dell’emergenza, non è possibile proporla come soluzione per il nuovo anno scolastico 20/21”.
Le richieste al governo
Tra le richieste al Governo “più insegnanti, assunzione di precari e precarie. Ma anche più personale Ata, più scuole, più spazi (ovvero rendere agibili le strutture esistenti e costruirne di nuove, temporanee, sostenibili e utilizzare spazi dismessi). Inoltre maggiore educazione all’aperto, più risorse per la scuola pubblica”.
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