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Reggio Calabria. Al via la IV edizione del simposio scientifico internazionale New Metropolitan Perspectives

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Come sempre il programma della conferenza è articolato in sessioni scientifiche

La quarta edizione del Simposio Scientifico Internazionale New Metropolitan Perspectives, avrà luogo dal 26 al 28 maggio 2020. Il simposio è promosso congiuntamente dai laboratori LaborEst e CLUDsLab del Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, in collaborazione con Rhegion United Nations 2020-2030 e con una rete internazionale di istituzioni accademiche e società scientifiche.

Come sempre il programma della conferenza è articolato in sessioni scientifiche, nelle quali vengono esposti gli studi condotti dai partecipanti, ed eventi speciali, momenti di dialogo tra mondo accademico e territorio. In questa edizione, oltre ai Premi intitolati a Edoardo Mollica, destinato a giovani ricercatori, e Valeria Morabito, associato al contest per audio-video “Images from the future” sono previste tre tavole rotonde: “Il Viaggio di Ulisse come itinerario culturale euromediterraneo”, “L’Uomo di Protagora: misura di tutte le cose” e “Le città al tempo del 5G”, con la partecipazione di qualificatissimi interlocutori e il patrocinio di autorevoli istituzioni e organizzazioni culturali. Per le note vicende legate alla diffusione del COVID 19, per la prima volta il simposio si terrà in forma virtuale, attraverso l’utilizzo della piattaforma Teams.

Per chi fosse interessato, è possibile scaricare il programma completo al seguente link: http://www.nmp.unirc.it/wp- content/uploads/2020/05/NMP2020_PROGRAMME_4th-edition.pdf ed è possibile ottenere il collegamento per seguire in diretta tutti gli eventi della manifestazione tramite il seguente link: http://www.nmp.unirc.it/wp-content/uploads/2020/05/NMP2020_teams-link.pdf Quando, a settembre 2019, è stata lanciata la call for papers di New Metropolitan Perspectives, nessuno poteva immaginare che da lì a pochi mesi ci saremmo trovati catapultati all’improvviso in un futuro totalmente sconosciuto.

E i papers inviati nel gennaio 2020, ovviamente, non hanno potuto riflettere in alcun modo le dinamiche causate dalla diffusione del COVID-19, i cui contorni saranno tutti da scoprire e approfondire nei prossimi anni: è ancora prematuro comprendere appieno la portata di questi cambiamenti. Allo stato attuale possiamo solo ipotizzare scenari, più o meno fondati.

Il filo conduttore che ha legato i diversi temi dal Simposio nella sua concezione originaria è stata la tecnologia, in particolare gli effetti prodotti sui sistemi insediativi dal rapporto tra uomo e tecnologia, sotto due diversi aspetti: la progressiva sostituzione dell’uomo con le macchine praticamente in tutti i processi produttivi e la diffusione delle ICT, fenomeni che hanno spinto gli organizzatori a usare come motto del simposio la celebre frase di Protagora:

“L’Uomo è misura di tutte le cose”.. La pandemia e le politiche e pratiche messe in campo per il contenimento del contagio hanno portato alla ribalta con prepotenza questo tema. La sostituzione delle interazioni fisiche con contatti “virtuali” ha utilizzato tecnologie consolidate ma ne ha accentuato la pervasività, generando impatti di diversa natura.

I prossimi mesi ci diranno quanto di questa accelerazione permarrà stabilmente nel nostro quotidiano e quanto invece sarà un fenomeno transitorio. Cambiamenti permanenti sono ipotizzabili, ad esempio, nell’organizzazione del lavoro, con l’adozione dello smart working come modalità ordinaria di svolgimento delle diverse mansioni anche in ambiti nei quali fino a pochi mesi fa sembrava un futuro ancora lontano, come ad esempio nella didattica e, più in generale, nella fruizione della Cultura.

Così come questioni centrali per i sistemi democratici saranno quelle legate all’uso dei Big data e al loro impatto sulle libertà individuali: è di estrema attualità il dibattito in corso sul tracciamento degli spostamenti e delle preferenze personali. Il dato che però sembra emergere con maggior forza dalla fase che stiamo vivendo è la progressiva perdita di rilevanza del fattore localizzativo: la pandemia ha reso ancora più evidente la caduta di molte barriere alla dimensione globale delle relazioni e degli scambi.

Come registreranno dunque le nostre città e, più in generale, i sistemi insediativi a livello planetario tali mutamenti? Permarrà la tendenza alla concentrazione della popolazione in aree metropolitane iperattrezzate e congestionate o assisteremo a un reflusso verso quelle che oggi sono considerate periferie, nelle quali magari alcuni processi organizzativi sono più facilmente gestibili? Ne sapremo qualcosa in più tra qualche giorno…