Sfregiò l’ex con l’acido: 7 anni e 10 mesi per Sara Del Mastro

La donna condannata a Busto Arsizio. La vittima: "Pena troppo bassa"

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Milano, 25 mag. (askanews) – Condannata a 7 anni e 10 mesi di carcere, con 2 anni di libertà vigilata una volta finita di espiare la sua pena in carcere. Si è chiuso così il processo per lesioni gravissime a carico di Sara Del Mastro, la 38enne che il 7 maggio 2019 a Legnano, Comune dell’alto milanese, aggredì e sfregiò con l’acido il 30enne Giuseppe Morgante dopo la decisione dell’uomo di troncare la relazione con lei. La sentenza del gip del Tribunale di Busto Arsizio, Tiziana Landoni, è arrivata oggi al termine del processo in abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena.

Morgante, che si è costituito parte civile contro la sua ex, è “amareggiato” per il verdetto. “Ci aspettavamo una pena più importante e più elevata”, spiega il suo legale, l’avvocato Domenico Musicco, che osserva: “Stupisce che non sia stata contestata la premeditazione quando la stessa imputata aveva ammesso che il suo era un gesto premeditato. La procura avrebbe dovuto essere più coraggiosa e contestare l’aggravante della premeditazione ma nonostante le nostre richieste non ha mai cambiato il capo di imputazione”. I difensori dell’imputata hanno tentato la strada dell’infermità mentale, ma dalla perizia psichiatrica disposta nel corso del processo è emerso che la donna, al momento dell’aggressione, era pienamente capace di intendere e di volere.

Secondo l’avvocato Musicco, il problema è che Morgante è un uomo è dunque non è considerato fascia debole: “Casi giudiziari come quelli di Lucia Annibali e Gessica Notaro sono sono chiusi con condanne molto più alte ed è sempre state risconosciuta la premeditazione. Giuseppe ha rischiato di perdere un occhio e, se l’acido fosse penetrato in profondità, avrebbe potuto anche perdere la vita. Tuttavia, a differenza della vicenda di Lucia Annibali, in questo caso non è mai stato contestato il reato di tentato omicidio”.

L’avvocato di parte civile deciderà se presentare ricorso in appello dopo aver esaminato le motivazioni della sentenza di primo grado: il deposito è previsto entro 90 giorni.

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