Perché la proposta dei passaporti sanitari in Sardegna e Sicilia è inutile e irrealizzabile
La proposta di Sardegna e Sicilia di introdurre un passaporto sanitario per far accedere i turisti alle isole è inutile e irrealizzabile. A spiegare il perché sono il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, e il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito. Sostenendo che non esistono test validati e affidabili che possano far rilasciare un patentino d’immunità.
by Stefano RizzutiNé patenti di immunità né passaporti sanitari. L’idea di Sardegna e Sicilia di accogliere sulle loro isole solamente i turisti che abbiano una vera e propria patente di immunità è irrealizzabile. Il perché lo hanno spiegato sia il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, sia il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito. E non sono realizzabili semplicemente perché non esistono. Perché non c’è alcun test veloce che abbia un’affidabilità tale da rilasciare un vero e proprio patentino, un passaporto sanitario come è stato definito.
Il passaporto sanitario proposto da Sardegna e Sicilia
La questione nasce soprattutto per iniziativa di Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna. Che sta pensando, così come si sta facendo in Sicilia, di istituire un passaporto sanitario per i turisti. Da mostrare per evidenziare la propria negatività e fare le proprie vacanze in libertà. Solinas parla con il Messaggero e spiega che vorrebbe far diventare la Sardegna “un’isola Covid-free”. Vorrebbe richiedere a chiunque arrivi in Sardegna un certificato di negatività: “Chi voglia raggiungere un porto o un aeroporto sardo dovrà presentarsi all’imbarco munito di un certificato che ne attesti la negatività al virus”. E l’idea di Solinas è quella di puntare su un particolare test rapido salivare. Non ritenuto, però, affidabile come un tampone.
Perché il passaporto sanitario è inutile
È Ippolito a spiegare, intervenendo ad Agorà, trasmissione di Rai3, perché sia una proposta irrealizzabile. I test salivari rapidi “non sono validati”, afferma. E poi “dietro c’è un affare privato miliardario, perché vengono tutti convinti che va fatto un test e che va fatto presso laboratori privati”. D’altronde anche l’Oms “ha detto che non esistono patenti di immunità per il Coronavirus, cosa che il Comitato tecnico-scientifico ha da sempre sostenuto”. Difatti anche i test sierologici servono “ai fini epidemiologici, non del singolo individuo”. Una conferma dell’irrealizzabilità della proposta arriva anche dal viceministro Sileri, che parla di una idea “ambiziosa ma impraticabile”. E a 24Mattino spiega il perché: “È necessaria uniformità su tutto il territorio e al momento la vedo molto difficile”.