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La polizia postale di Milano 

la Repubblica

Drogava e abusava di una bambina per vendere poi il video online, arrestato un trentenne a Como

La segnalazione delle immagini che giravano in rete è partita dagli Stati Uniti, indaga la Direzione distrettuale antimafia di Milano

Un trentenne disoccupato comasco è stato arrestato dalla polizia postale di Milano per violenza sessuale aggravata, detenzione e produzione di materiale pedopornografico: l'accusa è di avere abusato sessualmente di una bambina in età prescolare, dopo averla drogata, poi di avere filmato gli atti sessuali e infine di avere messo in vendita i video sul web. La vicenda è emersa nel corso di un'indagine sul "deep web" durante la quale i poliziotti si sono imbattuti nella segnalazione di un utente, partita dagli Stati Uniti, su un italiano che stava cercando di vendere prodotti pedopornografici. L'uomo non aveva coperto le sue tracce, per cui attraverso l'ip del suo computer è stato possibile risalire alle sue generalità, si chiama Stefano Taroni. Così è stato arrestato per violenza sessuale aggravata, detenzione e produzione di materiale pedopornografico.

Secondo quanto è stato possibile ricostruire, il trentenne era riuscito più volte a rimanere da solo con la bambina. Durante gli incontri la drogava con un sedativo, anche quello acquistato sul deep web, le usava violenza e riprendeva tutto con la telecamera. Sul computer aveva duemila fotografie e circa trecento video filmati pornografici con minori. L'arresto è stato convalidato a Como, ma l'inchiesta è passata alla Direzione distrettuale antimafia di Milano per la presenza del materiale pedopornografico.
 
La segnalazione del video messo in vendita sul web, come detto, era arrivata dagli Stati Uniti. E' quel che emerge dall’inchiesta del pool fasce deboli guidato dal procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella e che qualche settimana fa ha portato all'arresto dell'uomo. Da quanto si è appreso il filmato girava in rete a marzo. Dalle immagini, definite "orribili", si è capito che l'autore era un italiano a causa di alcuni particolari sullo sfondo, tra cui un sacchetto della spesa di un supermercato. In base agli accertamenti, e come l'uomo ha scritto via Internet, per drogare la bambina si sarebbe procurato un farmaco in grado di non lasciare tracce nel sangue. L’uomo nel suo computer aveva duemila fotografie e circa trecento video filmati pornografici con minori con cui, è stato riferito, avrebbe voluto fare affari con i bit coin. Ancora in corso altri accertamenti sulle modalità con cui l'uomo era riuscito ad arrivare alla bambina.