la Repubblica
Un timbro sospetto su un documento falso: così gli inglesi scovarono Himmler
La carta d'identità fasulla che portò all'arresto del capo delle SS, uno dei principali responsabili dell'Olocausto, esposta per la prima volta al Military Intelligence Museum di Shefford: è stata donata da una nipote di Sidney Noakes, l'ufficiale dell'intelligence britannica che lo interrogò dopo il fermo a un posto di blocco in Germania
by ENRICO FRANCESCHINILONDRA - Il documento d'identità del sergente Heinrich Hizinger sembrava in ordine. L'uomo anziano fermato a un posto di blocco dell'esercito britannico a Bremervorde, nella Germania del nord, il 22 maggio 1945, poche settimane dopo la fine della Seconda guerra mondiale in Europa, appariva in condizioni peggiori: trasandato, malaticcio, a stento in grado di reggersi in piedi. Uno dei tanti militari tedeschi che avevano intrapreso la strada per tornare a casa, dopo la caduta del nazismo. Con lui c'erano altri due compagni, più in forze, che gli camminavano davanti, girandosi spesso per vedere se riuscisse a seguirli. Forse per questo il terzetto aveva richiamato l'attenzione dei soldati al check-point, che li avevano fermati e si erano fatti consegnare i documenti d'identificazione. Si sapeva che, dopo la conquista di Berlino, molti capi del Terzo Reich erano sfuggiti all'arresto da parte delle forze alleate e c'era l'ordine di controllare ogni persona sospetta.
Il terzo uomo aveva una benda nera su un occhio e si muoveva nervosamente. Un ufficiale dell'intelligence britannica, richiamato al posto di blocco, notò il timbro del documento: era dello stesso tipo e con la stessa unità militare di appartenenza notoriamente utilizzati da membri delle SS, la famigerata polizia politica di Hitler, per evadere la cattura. I tre tedeschi vennero detenuti a scopo precauzionale e condotti a un campo di internamento. La mattina dopo, il sergente Hizinger chiese di poter parlare con il comandante del campo. Forse era convinto che sarebbe stato comunque scoperto e sperava di poter negoziare un modo per salvarsi. Tolse la benda e rivelò con calma il suo vero nome: Heinrich Himmler, capo delle SS e uno degli architetti dell'Olocausto. Dopo il suicidio del Fuhrer nel bunker di Berlino, era uno dei leader nazisti ancora vivi più ricercati, responsabile di molti dei più atroci crimini commessi dal Terzo Reich.
Settantacinque anni dopo quel drammatico incontro i documenti che portarono alla scoperta di Himmler possono essere visti per la prima volta al Military Intelligence Museum di Shefford, una cittadina a nord di Londra che ospita il museo dello spionaggio militare britannico. La carta d'identità fasulla del capo delle SS è stata recentemente donata al museo da una nipote del tenente colonnello Sidney Noakes, l'ufficiale del servizio segreto militare che interrogò Himmler per primo. Alla sua morte nel 1993, il documento è passato ai figli e da questi ora a una nipote che ha deciso di donarlo alle autorità affinché tutti possano esaminarlo.
"Questo pezzo di carta è un pezzo di storia", dice Bill Steadman, curatore del museo di Shefford, alla Bbc. "Senza quel timbro sospetto,è possibile che Himmler sarebbe riuscito a superare il posto di blocco e a dileguarsi, come fecero altri ricercati nazisti". Non è chiaro come e perché sia rimasto in mano al tenente colonnello Noakes, che prima del conflitto era un giovane avvocato ed è diventato un giudice dopo la guerra, ma la caccia ai "souvenir del nazismo" era abbastanza comune fra gli ufficiali inglesi: uno dei sottufficiali del check-point che arrestarono Himmler si portò via le sue ciabatte e un altro il suo rasoio da barba.
Pur arrestato e scoperto, il capo delle SS non andò sotto processo a Norimberga. Qualche ora dopo il primo interrogatorio, un medico dell'esercito britannico, il capitano Wells, ricevette l'ordine di esaminare le condizioni di salute di Himmler. Mentre gli guardava l'interno della bocca, notò un minuscolo oggetto bluastro nascosto fra le gengive. Il medico militare provò ad estrarlo, Himmler riuscì a divincolarsi, girò la testa e schiacciò l'oggetto tra i denti. Era una pasticca di cianuro. Morì pochi minuti dopo.