Se cade la connessione sei bocciato all'esame

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damircudic via Getty Images
Young man using laptop and listening to music

Un brivido corre lungo la schiena di ogni studente universitario prossimo all’esame: terrà la connessione? Dalla tenuta o meno del collegamento web dipende il superamento della prova (a distanza). “Un malfunzionamento del sistema di ripresa, connessione o un’inquadratura non idonea comporteranno l’annullamento della prova...”, recita uno dei punti base delle linee guida dell’università di Tor Vergata, la seconda di Roma. In un Paese molto mal messo quanto a device e qualità della connessione (non lo diciamo noi, lo dice l’Istat) sembra veramente paradossale che il destino di prove così importanti per il percorso di uno studente sia affidato alla tenuta della connessione: “Nel caso di perdita di connessione o di interruzioni ripetute, la commissione valuta e si esprime in merito alla validità della prova”, è scritto nelle linee guida per gli esami a distanza orali dell’università La Sapienza. L’Italia nella fotografia del 9 marzo è esattamente la stessa oggi: non c’è stato alcun passo avanti quanto ad avanzamento tecnologico, potenziamento dei collegamenti web, cablaggio, fibra e quant’altro. Garanzie inesistenti, quindi, prima di parlare di sanzioni. 

Sembra incredibile e rocambolesco, ma è così. E quando mancano pochi giorni allo svolgimento degli esami della sessione estiva nessuno sta ponendosi il problema, una vera e propria tenaglia per ragazzi da mesi reclusi per affrontare passaggi così delicati. Sarà anche discutibile (e lo è), ma almeno la ministra Lucia Azzolina sulla scuola ha fatto delle scelte, ha osato, ha avuto coraggio anche nell’errore. Gaetano Manfredi, ministro dell’Università, al di là di qualche sporadico intervento sulle matricole prossime venture, ben poco si è occupato dell’attuale platea di universitari. In alcuni casi, esami scritti, se cade la connessione l’esame “viene tramutato in prova orale”, secondo le linee guida dell’università di Bologna. Come abbiamo già sottolineato la macchina infernale degli esami universitari a distanza prevede, soprattutto negli Atenei del Nord, l’adozione del Sistema Proctoring, attraverso il quale lo studente è rilevato in ogni sua manifestazione emotiva quando è davanti alla webcam: rumori, fogli che si muovono, spostamento della testa e delle palpebre, tutte condizioni che possono mettere anzitempo fine all’esame e decretare la bocciatura.

Al di là degli innumerevoli ricorsi che pioveranno ci chiediamo se fosse questo che Conte e il ministro Manfredi avevano immaginato per la Fase due all’università. Se è giusto, se sia sostenibile appendere il profitto dei ragazzi alla connessione. Sono gradite delucidazioni, spiegazioni, risposte sensate al criterio verso cui stiamo andando.