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Dieselgate: Tribunale condanna Volkswagen a risarcire i clienti per le auto inquinanti

Vw ha già trovato delle intese extragiudiziali con circa 235mila clienti tedeschi per un ammontare di 750 milioni di euro ma la nuova sentenza potrebbe essere decisiva per definire circa 60mila cause ancora aperte nei tribunali tedeschi

La Volkswagen è tenuta a risarcire i danni nello scandalo diesel. Sono interessati 60.000 casi. Lo scrive la 'Frankfurter Allgemeine Zeitung, riportando una sentenza della Corte Federale di Giustizia di Karlsruhe.

Gli acquirenti che si lamentano possono ora restituire la propria auto e reclamare i soldi. Tuttavia, è necessario che i chilometri percorsi siano scalati sul prezzo di acquisto. Con la loro decisione, i giudici civili hanno confermato una sentenza favorevole all'acquirente del Tribunale regionale superiore di Coblenza che aveva obbligato il gruppo Volkswagen a rimborsare all'acquirente di una Sharan usata.

I clienti di Volkswagen che hanno comprato una vettura a motore diesel con la centralina per le emissioni "truccata" hanno diritto a un rimborso - almeno parziale - del prezzo d'acquisto dell'auto. Lo ha stabilito la Corte federale di giustizia tedesca, chiamata a pronunciarsi sul caso di un acquirente di una auto del marchio Volkswagen che aveva fatto causa al gruppo automobilistico chiedendo il rimborso di quanto pagato per la sua vettura e che si era visto riconoscere un rimborso parziale, tenuto conto dell'usura della macchina.

La Corte federale a inizio maggio aveva aperto alla possibilità di un risarcimento danni in questi casi, visto che il fatto di aver comprato un'auto con centralina truccata può essere considerato un danno in sè. Con la nuova sentenza è stata confermata quella impostazione e il gruppo Vw è stato condannato a pagare il risarcimento (anche se parziale), aprendo la strada ad altre procedure di questo tipo da parte di migliaia di acquirenti.

Equipaggiando le sue vetture con sistemi capaci di farle apparire meno inquinanti della realtà, il gruppo "ha ingannato scientemente e sistematicamente per più anni" le autorità "nell'ottica del profitto", ha spiegato il giudice Stephan Seiters. Il caso in esame riguarda Herbert Gilbert, 65 anni, che nel 2014 ha acquistato una Volkswagen Sharan diesel, uno degli 11 milioni di esemplari su cui nel 2015 il gruppo ha ammesso che aveva montato una centralina sulle emissioni "truccata". L'uomo ha fatto causa chiedendo il rimborso del prezzo di acquisto della vettura (31.490 euro), una corte di appello tedesca gli ha riconosciuto un risarcimento inferiore (25.616 euro), tenendo conto dell'usura derivante dall'utilizzo.

Sia il pensionato, sia Vw hanno fatto ricorso alla Corte federale contro la decisione della corte d'appello, l'uomo per chiedere un rimborso integrale, il gruppo automobilistico sostenendo che non c'era alcun diritto al rimborso. Ora la Corte federale tedesca si è pronunciata e ha riconosciuto il diritto degli acquirenti di auto diesel del gruppo con centralina "truccata" a chiedere il risarcimento parziale (perché deve tenere conto dell'usura) del prezzo di acquisto dell'auto. Vw ha già trovato delle intese extragiudiziali con circa 235mila clienti tedeschi per un ammontare di 750 milioni di euro e la nuova sentenza potrebbe essere decisiva per definire circa 60mila cause ancora aperte nei tribunali tedeschi.