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Zlatan Ibrahimovic (agf)

la Repubblica

Milan, Ibrahimovic si fa male in allenamento: si teme un lungo stop

Il 38enne attaccante svedese si è infortunato nella zona del polpaccio nella partitella di fine seduta e martedì si sottoporrà ad esami strumentali. Il club spera non si tratti di un problema al tendine, ma solo muscolare

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La fase due della serie A, lo sdoganamento degli allenamenti collettivi verso la ripartenza del campionato sospeso per pandemia, ha fatto la prima vittima illustre. Zlatan Ibrahimovic si è seriamente infortunato a Milanello: durante la partitella, alla fine della seduta, il centravanti ha avvertito un dolore forte al polpaccio. L'allarme è alto: tra le ipotesi c'è anche quella dell'interessamento del tendine d'Achille, che significherebbe stagione finita, al di là delle incertezze sulla data della ripresa. Soltanto gli esami clinici strumentali potranno chiarire se invece, come Pioli, i compagni e i tifosi ovviamente sperano, si tratta di una lesione al soleo o ai gemelli, i muscoli del polpaccio: i tempi di guarigione sarebbero più rapidi, anche se la cosa probabile è che comunque il Milan, alla ripresa del torneo, sarà costretto a fare a meno del suo campione.

L'effetto Ibrahimovic

Ibra è stato capace da gennaio, dopo il suo arrivo nel mercato invernale, di migliorare la classifica e di riavvicinare i milanisti alla squadra, che aveva appena incassato la clamorosa sconfitta in casa dell'Atalanta. Zlatan era da settimane anche al centro dell'inevitabile caso in vista della prossima stagione: l'opportunità di prolungargli il contratto, in scadenza il 30 giugno, e di coinvolgerlo per l'ultima stagione della carriera (a ottobre avrà 39 anni), affidandogli ancora il ruolo di trascinatore della squadra in costruzione, che in Germania si dà per scontato venga allenata da Rangnick, assertore della linea verde con età media 23 anni. Di sicuro lo svedese era il più in forma del gruppo, essendogli stato possibile mantenere un'ottima condizione atletica durante il lockdown: a Stoccolma si era potuto allenare con l'Hammarby (la squadra di cui è comproprietario e che non ha nascosto l'idea di convincerlo all'ultimo campionato in patria) e al ritorno a Milano da Stoccolma, dopo una breve quarantena di 68 ore, si era subito lanciato con entusiasmo nel progetto di ripartenza del campionato.

La ripartenza e il rischio infortuni

Anche in questi giorni era sempre lui a trascinare gli altri. Il suo infortunio conferma dunque a maggior ragione i timori, espressi da allenatori e preparatori atletici, per i rischi che i calciatori corrono nell'accelerazione verso il ritorno in campo, dopo la lunga sosta forzata e senza un congruo periodo di riadattamento all'agonismo. Quello del fuoriclasse svedese è infatti il caso più eclatante, ma ce ne sono già stati altri, come Manolas al Napoli e Pau Lopez alla Roma, senza contare decine di infortuni più lievi. La data del 13 giugno per l'ipotizzata ripartenza della serie A si carica di nuove incognite, le stesse esposte dal proprietario dell'Udinese, Giampaolo Pozzo, in un'intervista a Repubblica. Adesso tocca più che mai ai diretti interessati, i calciatori, dire la loro sul tema.