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Sussidi di disoccupazione investiti in Borsa?

Fa riflettere, e magari indignare, ma tant’è. I rialzisti possono contare in questa fase su un alleato formidabile: il momentum.

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Fa riflettere, e magari indignare, ma tant’è. I rialzisti possono contare in questa fase su un alleato formidabile: il momentum. Nelle 43 sedute intercorse dal minimo di marzo allo scorso venerdì, lo S&P500 si è apprezzato del 32%.

Settimana all’insegna del recupero per i principali listini azionari mondiali. Steccano soltanto le borse dell’Estremo Oriente, condizionati dai fatti di Hong Kong. Bene Wall Street, oggi chiusa per Memorial Day, favorita stando ai maligni dai sussidi di disoccupazione investiti in borsa.

Certo, correlazione non implica necessariamente un rapporto di causa ed effetto. È nota la proliferazione di nuovi conti online per l’operatività in borsa nelle ultime settimane, ma ora si dispone di uno studio approfondito, reso noto da CNBC, secondo cui l’acquisto di azioni è risultato il terzo maggior impiego per coloro che negli Stati Uniti hanno ottenuto a vario titolo sussidi, nella fascia di reddito compresa fra 35 e 75 mila dollari, fra sette impieghi possibili; il secondo per la classe di reddito compresa fra 100 e 150 mila dollari.

Fa riflettere, e magari indignare, ma tant’è. I rialzisti possono contare in questa fase su un alleato formidabile: il momentum. Il mercato sale perché è salito, e tanto: nelle 43 sedute intercorse dal minimo di marzo allo scorso venerdì, lo S&P500 si è apprezzato del 32%. Simili performance risultano alquanto rare – soltanto due episodi analoghi nel Dopoguerra: nel 1982 e nel 2009… - e tendono ad essere seguite da ulteriori apprezzamenti.

Il punto è però che questi exploit seguono bear market tanto profondi quanto estesi nel tempo; che generano negli investitori uno stato di prostrazione e di pessimismo dilagante, che oggi non si scorge: né nel comportamento dei piccoli investitori, come rilevato la settimana passata a proposito degli acquisti di opzioni, né ad esempio in una misura composita del sentiment complessivo, come il Panic-Euphoria model di Citi; che segnala adesso una condizione di euforia dilagante.

I ribassisti, dal canto loro, confidavano adesso nell’analisi stagionale e ciclica, per adesso con scarsi risultati: il mese di maggio non è stato così negativo come si paventava, ad una settimana dai consuntivi. La settimana del Memorial Day è poco più che positiva, sebbene si faccia rilevare come il resto dell’anno risulti meno entusiasmante quando a questo appuntamento si giunge con un saldo annuale negativo, come occorre nel 2020.