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ll “falco” Schäuble appoggia il Recovery Fund franco-tedesco

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In molti lo ricordano nelle vesti di ministro delle Finanze tedesco, quando assunse una posizione favorevole all’uscita della Grecia dall’euro durante la crisi che attanagliava il Paese nel 2015. Allora, pare che Angela Merkel si dissociò, privilegiando un maggior senso di coesione, in un momento in cui la solidarietà europea era messa a dura prova.

Oggi, il dibattito sul Recovery Fund vede ancora una volta i Paesi mediterranei nella posizione di debolezza, e con la speranza di ottenere dall’Europa la solidarietà di cui avrebbero bisogno. Questa volta, però, Wolfgang Schäuble si è smarcato dalla tradizionale immagine da “falco del rigore” che da sempre gli è cucita addosso.

Il Recovery Fund delineato dall’accordo franco-tedesco e che prevede trasferimenti a fondo perduto per quei Paesi duramente colpiti dal coronavirus è una prova di solidarietà che l’attuale presidente del Bundestag ritiene necessaria.

“Se l’Europa vuole avere qualche possibilità, ora deve mostrare solidarietà e dimostrare che è in grado di agire”, ha affermato Schäuble in un’intervista pubblicata domenica sul Welt am Sonntag, “i tedeschi hanno un interesse generale sul fatto che l’Europa si rialzi”. Del resto la crisi dei Paesi vicini, per un economia fortemente improntata all’esportazione, non può che danneggiare anche la potente macchina tedesca.

La posizione espressa da Schäuble non è di poco conto, se si tiene conto che le divisioni sulla proposta franco-tedesca sono ancora profonde, con le “frugali” Olanda e Austria a sollecitare la creazione di un fondo che agisca solo tramite prestiti.

A giustificare l’avallo di Schäuble, che rimane ancora una voce influente all’interno del partito di Angela Merkel, sono due elementi essenziali.

La prima è che il Recovery Fund non porrebbe problemi di azzardo morale sui beneficiari, in quanto “gli stati non potrebbero spendere il denaro come vogliono, bensì ci sarebbero programmi della Commissione europea che potrebbero controllare rigidamente che I soldi vengano spesi nel modo appropriato”.

In secondo luogo, il Recovery Fund non avrebbe nulla in comune con gli Eurobond di cui un tempo si parlava, quelli che prevedevano il conferimento comune del debito pregresso contratto dagli stati nazionali. “Non stiamo mutualizzando il vecchio debito”, ha detto Schäuble, “piuttosto, l’idea è che la Commissione europea sia promotrice della ripresa europea”.