Basket, ufficiale: stop definitivo anche a Eurolega e Eurocup
“Dopo aver esplorato tutte le possibili opzioni, il Consiglio Direttivo ha deciso di annullare l’EuroLeague 2019-20 e l’EuroCup, nonché l’Euroleague Next Generation e l’EuroLeague Academy”. Così, l’Esecutivo del basket europeo ha deciso di archiviare in modo definitivo l’attuale stagione, senza assegnare alcun titolo.
by Alessio PediglieriIl basket europeo non continuerà. L'ultimo spiraglio che era rimasto in vita dopo le decisioni di interrompere i campionati, è svanito. L'Eurolega e l'Eurocup 2020 non si disputeranno, troppo alto il rischio di contagio troppo difficile organizzare un torneo transeuropeo tra protocolli, ristrettezze medico-sanitarie e una logistica complicata dalle regole interne di ogni Paese nel coordinamento delle proprie frontiere. Dunque, dopo più di due mesi, il basket era fermo dallo scorso 12 marzo, la pallacanestro archivia ufficialmente la stagione 2019/2020. Ovviamente, nessun titolo verrà assegnato così come era stato già deciso per il campionato di basket italiano.
A deciderlo è stato l'Esecutivo che ha alzato bandiera bianca nella giornata di lunedì 25 maggio, dopo essersi confrontato con tutte le parti in causa e aver esplorato le diverse opzioni per trovare una soluzione tampone e concludere la stagione. Alla fine, il basket europeo ha scelto di chiudere le porte alla ripresa, non potendo garantire per la salute e la sicurezza degli atleti, dei tifosi, staff, partner e comunità locali. Erano queste le priorità che ci si era posti e non sono arrivate garanzie in merito. Oltretutto c'era una questione di organizzazione interna di Paese in Paese. L'evoluzione differente della pandemia non avrebbe garantito a tutte le squadre le stesse condizioni per prepararsi, creando discrepanze, malumori e polemiche.
"Dopo aver esplorato tutte le possibili opzioni, il Consiglio Direttivo ha deciso di annullare l'EuroLeague 2019-20 e l'EuroCup, nonché l'Euroleague Next Generation e l'EuroLeague Academy" si legge sulla nota emessa sui vari profili ufficiali dei social network. Oltre alle diverse restrizioni sugli spostamenti tra Paese e Paese, che avrebbero impedito alle squadre di viaggiare o di farlo in tempi utili per preparare le partite in calendario, non c'era sicurezza nemmeno sulla salute degli atleti da un punto di vista fisico: dopo sole tre settimane di allenamento, ci sarebbe stato un elevato rischio di infortuni che avrebbero potuto pregiudicare anche la preparazione per la prossima stagione agonistica.