Come sarà vestirsi nel futuro? Come saranno i vestiti progettati con il 5G?

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Come sarà vestirsi nel futuro? Come saranno i vestiti progettati con il 5G? Alcune star ne hanno avuto un piccolo assaggio in questi ultimi tempi, ma tra poco sarà disponibile a tutti. La presentatrice britannica Maya Jama al 73° British Academy Film Awards è apparsa sul red carpet con quello che apparentemente sembrava un semplice long dress blu. Pochi minuti dopo, quando Maya Jama apparve sul grande schermo, gli spettatori si resero conto che si trattava, in realtà, del primo abito al mondo in realtà aumentata a 5G. Prendeva vita e si muoveva interagendo con la star.

Come sarà vestirsi nel futuro con il 5G?

I vari designer stanno facendo i conti con il progresso. E spetta loro ora ripensare al processo creativo con l’influenza del mondo digitale. I brand più giovani e nati nell’era digitale non hanno paura di sperimentare. Infatti un marchio di moda di Amsterdam ha messo all’asta il primo abito couture digitale per 9.500 dollari a New York l’anno scorso. Soprannominato “Iridescence”, il body argentato e il cappotto trasparente esistono solo in digitale. E solo uno è il proprietario poiché fatto su misura per l’acquirente attraverso la “sartoria digitale”. Il fondatore del marchio, Kerry Murphy, dopo aver ricevuto una foto del proprietario, crea una copia digitale del cliente in 3D, sul quale il capo verrà poi costruito.

Ma serve ancora l’uomo quindi per creare un abito?

Il digitale ha ancora bisogno della mano dell’uomo. Infatti il capo di Maya Jama è stato cucito a mano con più di 100 mila punti per nascondere i fili elettrici e le lampadine, e ci sono volute più di 250 ore per completarlo. Quindi se da una parte la macchina riesce a riprodurre una copia esatta del corpo di una persona e costruirci sopra l’abito perfetto. Dall’altra questi macchinari hanno ancora bisogno dell’expertise umana per lavori molto delicati che ancora non si possono affidare alle macchine.

Approfondimento

Chiara Ferragni