La scienza subito è un'illusione
by Pietro PaganiniLa ricerca scientifica sta evolvendo ad una velocità mai vista. In questi tre mesi di pandemia gli scienziati hanno testato cure, trattamenti e vaccini, ad un ritmo impressionante. Tuttavia ci sono dei limiti concreti allo sviluppo scientifico che sono propri della scienza.
Rischiamo di fissare delle aspettative troppo alte che potrebbero venire disilluse dagli esiti della ricerca scientifica. Il metodo sperimentale richiede tempo, investimenti, molto lavoro, tanti errori e conseguenti delusioni. I risultati sono raramente radicali e rivoluzionari, ma sono piuttosto lenti ed incrementali.
Dobbiamo perciò imparare ad avere pazienza. L’eccessivo ottimismo potrebbe essere molto pericoloso, e di fatto, non risponde al metodo sperimentale. Il sequenziamento genetico, gli strumenti di Intelligenza Artificiale, le reti di collaborazione e i data base dove gli scienziati condividono le loro ricerche prima che siano revisionate e pubblicate, hanno aiutato ad elaborare e raccogliere informazioni sul SARS-CoV-2. Nonostante i misteri e la poca trasparenza del Governo di Pechino, i ricercatori cinesi hanno pubblicato la sequenza del genoma del virus 10 giorni dopo le comunicazioni ufficiali dell’OMS (31 Dicembre).
Nel 2003 con la SARS ci vollero settimane prima che campioni del virus potessero arrivare nei laboratori di tutto il mondo, il sequenziamento impiegò mesi con costi elevatissimi. Sono disponibili più di 4.300 campioni di SARS-CoV-2 in giro per il mondo per studiare l’evoluzione genetica del virus e quindi anticipare i possibili effetti. La ricerca del vaccino sta seguendo approcci diversi creando forte concorrenza tra investitori, ricercatori e produttori, tanto che diversi vaccini sono già in fase di test clinico. La corsa al vaccino sta diventando una questione geopolitica come fu la corsa allo spazio durante la Guerra Fredda. Il primato nei vaccini garantisce la migliore protezione dei cittadini ma è anche una prova di forza.
Now now now: la scienza del subito. L’inseguimento esasperato di risultati immediati solleva dubbi sulla qualità di tanta ricerca scientifica e di molte pubblicazioni. Troppi studi finiscono nel frullatore mediatico ancor prima di essere revisionati, pubblicati, e digeriti attraverso gli strumenti del metodo critico della scienza, producendo disinformazione. Si spargono false speranze e pericolose credenze che finiscono per minare la credibilità della scienza stessa (talvolta servono a farlo).
Rischiamo di trasformare la scienza in una religione monolitica da seguire acriticamente o da combattere per affermarne una seconda. Lo abbiamo sperimentato in Italia con le sfilate di virologi piazzati sui media tradizionali e sociali dalle agenzie di PR. Sono evidentemente forzati a snaturare la conoscenza prodotta dalla scienza per adattarla alle dinamiche isteriche dei media.
Il metodo della falsificazione presuppone un confronto che seppure semplificato si amalgama difficilmente con le logiche dello scoop media. Dovremmo perciò, chiederci come possiamo informare circa le conoscenze che la scienza produce. Non sono definitive ma propense ad evolvere. I media e gli utenti sono abituati a digerire certezze. La Idrossiclorichina è l’esempio più recente, così come la Cura del Plasma. Sono terapie che hanno fornito risultati incoraggianti ma che attraverso i media, soprattutto sociali, sono state intrappolate nel processo perverso per cui la cura è miracolosa ma qualcuno cospira per sopprimerla con fini solitamente ostili ai cittadini.
Fu così per il metodo Di Bella e per Stamina. È il costo della velocità che non riguarda solo la virologia o la medicina in generale, ma la scienza in tutte le sue aree. L’automazione della sperimentazione e la capacità di raccogliere e condividere quantità esponenziali di dataset rischiano di mettere in crisi le dinamiche del metodo scientifico in settori come la biologia, la fisica, e l’astronomia, favorendo lo scontro tra l’informazione veicolata al grande pubblico e le conoscenze.
Per K. Popper la scienza deve risolvere problemi e deve farlo in modo semplice per essere comprensibile a chiunque. La semplificazione e la divulgazione di concetti complessi sono perciò fondamentali per condividere e coltivare le conoscenze. Tuttavia, la semplificazione deve seguire il senso critico del metodo sperimentale, e non può prescindervi. Chi riceve le conoscenze come informazione deve in sostanza, saperle digerire come tali, e quindi non farne una religione.