Covid Center e premi, il grido dei lavoratori della sanità «Non osannateci come eroi, ascoltateci»
SINDACATI - Fp Cgil e Cgil Medici Marche chiedono di poter suggerire soluzioni e criticare scelte inopportune. «Il rischio è vedersi replicato il caso dell’ospedale Covid Fiera di Milano, dubbi sulle modalità di reclutamento del personale la remunerazione»
by Alessandra Pierini
«I lavoratori della sanità marchigiana non chiedono altro che essere riconosciuti nelle loro professionalità e competenze, di essere rispettati, non osannati o elevati ad “eroi”, di essere interpellati in quanto portatori di un sapere da declinare non solo nella clinica ma anche nelle strategie organizzative del lavoro. Questi stessi lavoratori chiedono di poter suggerire soluzioni e criticare scelte inopportune». Sono le organizzazioni sindacali, in particolare Fp Cgil e Cgil medici Marche a sollevare nuovamente dubbi sul Covid Centre di Civitanova, oltre a chiedere il riconoscimento dei premi promessi ai lavoratori della sanità. «I dubbi esposti al presidente della Regione Luca Ceriscioli – sottolinea la Cgil – attengono al rischio di vedersi replicato il caso dell’ospedale Covid Fiera di Milano, le modalità di reclutamento del personale la remunerazione. Con la determina Asur 20206 del 15 maggio, la Direzione generale Asur chiede ad ogni Area Vasta di mettere a disposizione un numero specifico di operatori: anestesisti, rianimatori, cardiologi, infettivologi, pneumologi, internisti/geriatri, radiologi, fisiatri, infermieri, Oss, tecnici di radiologia, fisioterapisti. Tutto ciò in un contesto, quello Asur, dove ogni articolazione territoriale soffre già da sé di carenza cronica di personale, non ultima l’Av3 che da questo punto di vista sarebbe la più penalizzata dovendo fornire circa un terzo di tutto il personale».
Secondo i sindacati i lavoratori che volontariamente hanno deciso di aderire al progetto sono assai esigui dal momento che pesano i turni massacranti dell’emergenza Covid. «Ora il rischio è che vi siano spostamenti arbitrari, e cioè non concordati con il sindacato, del personale del comparto e della dirigenza con la possibilità di ulteriore indebolimento delle altre strutture Asur». C’è poi la questione aperta dei premi. «I lavoratori della sanità marchigiana non chiedono altro che essere riconosciuti nelle loro professionalità e competenze. La loro voce vorrebbe giungere alle orecchie di chi appare distratto e incurante di segnali forti che non possono essere ignorati: quella delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori della sanità, recentemente identificate come responsabili dell’ancora mancata corresponsione dei compensi al personale impegnato nell’emergenza Covid. A questo proposito, ricordiamo al presidente della Regione, che siamo disponibili anche ad una trattativa ad oltranza per portare a termine l’impegno. Accanto a tutto ciò si leva la protesta spontanea ed autentica di molti professionisti, dei medici anestesisti delle Aziende sanitarie della regione, che gridano il loro “non ci stiamo” rispetto a scelte arbitrarie, assunte a scapito dei pazienti e dei loro curanti.