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Nuovi rincari con la tassa covid 19: dove aumentano i prezzi della ‘discordia’

Contributo covid 19 negli scontrini, aumentano le segnalazioni di aumenti dei prezzi in tutta Italia.

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Dopo le segnalazioni dei giorni scorsi in merito ad alcuni rincari su prodotti alimentari, caffè, parrucchieri e bar, ora arriva anche la ’tassa Covid-19’. Si tratta di un aumento dei prezzi legato ai costi di adeguamento dei locali e di sanificazione degli strumenti, per cui già in realtà esisterebbe il credito d’imposta voluto dal governo. Molte persone hanno segnalato scontrini con rincari da 1 a 4 euro con tanto di voce riportata, importi che servono a coprire le spese per i costi sostenuti a causa dell’emergenza coronavirus

Spunta la tassa covid, nuovi rincari in vista

Le associazioni di categoria sembrano già sul piede di guerra e hanno segnalato che a praticare la tassa covid sono in particolare centri estetici e parrucchieri senza contare alcuni rincari generali che riguardano appunto i parrucchieri, con tariffe aumentate anche del 25 per cento nelle grandi città. 

La notizia ha iniziato a circolare anche sui social con tanto di foto di scontrini che mostrano la scritta “ contributo covid 19” e il relativo importo aggiuntivo da pagare, che solitamente non supera 4 euro. Secondo Unione nazionale consumatori, la tassa non sarebbe legittima considerando che il decreto Rilancio ha introdotto un credito d’imposta del 60% sulle spese effettuate per le attività commerciali dovute alle sanificazioni e vari adeguamenti. 

Rischio per il potere d’acquisto delle famiglie

Anche Rosario Trefiletti, presidente di Centro Consumatori Italia, ha parlato di rincari ingiustificati. Per quanto riguarda i bar, gli aumenti riguardano soprattutto il Nord e si attestano sul 10 per cento mentre per parrucchieri e centri estetici i rincari sembrano omogenei su tutto il territorio: “Non c’è alcuna motivazione che giustifichi simili comportamenti, – ha sottolineato Trefiletti – se non il ritardo con cui si stanno realizzando le norme di agevolazione nei loro confronti esplicitate nei decreti governativi: che vanno dagli affitti, alle bollette, agli spazi esterni, ai prestiti e alla importantissima cassa integrazione in deroga per le piccole imprese”.
Il rischio è che il potere di acquisto delle famiglie venga ancora una volta ridotto, un potere d’acquisto già messo in crisi dalla cassa integrazione e disoccupazione.

A fare il punto della situazione anche Massimiliano Dona presidente di Consumatori.it, che ha parlato di «aumenti opachi» e di dentisti o studi medici che avrebbero rincarato anche di 10 euro il prezzo. Gli esercenti, nel frattempo, rispondono alle polemiche. Marco Accornero, segretario generale dell’Unione artigiani ha dichiarato che “Parrucchieri ed estetiste sono stati i più esposti alla crisi e ora stanno affrontando costi supplementari. Noi non incoraggiamo gli aumenti, ma non ci sentiamo di stigmatizzarli”.

Con le riaperture della settimana scorsa insomma, ora inizia il problema rincari per le famiglie, aumenti dei prezzi che già all’inizio della pandemia avevano riguardato igienizzanti, mascherine e spesa alimentare mentre ora sta travolgendo anche parrucchieri, caffè e attività commerciali. Si attende l’apertura omogenea degli stabilimenti balneari per vedere se gli aumenti interesseranno anche lettino e ombrellone a questo punto.

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chiara.lanari@investireoggi.it