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Roma, la fase 2 di Villar: “Non esco, lo devo al club. Giocatori siano responsabili o non si riparte”

Il centrocampista: “La mia sfida è laurearmi. I videogiochi mi hanno salvato la vita durante il lockdown”

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Gonzalo Villar torna a parlare. Il centrocampista classe ’98 scalpita per tornare in campo dopo l’esordio a Sassuolo e le presenze con Atalanta e Cagliari. Lo spagnolo ex Elche è intervenuto ai microfoni di ‘Onda Cero’ per parlare del suo ambientamento nella capitale e non solo:

Stai studiando economia aziendale, pensi di fare il dirigente o diventare presidente di un club un giorno?
Ho fatto un esame recentemente ed è andato bene. Non penso a quello, è più una sfida. Ora davanti ho una carriera da calciatore, poi nel futuro non si può mai sapere cosa succederà e per questo è meglio avere una laurea.

Hai scoperto qualcosa di te che non sapevi durante questi mesi chiuso in casa?
Ho capito di essere in grado di fare determinate cose. Prima avevo una signora che veniva a pulire casa, ma durante il lockdown ovviamente non potevamo avere contatti con nessuno, quindi ho dovuto pensarci io.

Hai l’opportunità di visitare Roma…
La verità è che non esco. Inoltre sento una certa responsabilità nei confronti del club. A Trigoria è tutto super pulito, cerchiamo di limitare al minimo possibile i contatti. Uscire con gli amici a cenare mi esporrebbe molto, invece credo di dover stare attento perché se tutti i giocatori facessero lo stesso in un mese saremmo pieni di contagi e non potrebbe ripartire il campionato.

Immagino che parli molto con Carles Perez, dal momento che non conosci ancora bene l’italiano.
Sì, però per fortuna parlo inglese. Poi con l’italiano cominciamo a capire praticamente tutto.

Ti diverti spesso a giocare con i videogiochi.
Devo dire che durante il lockdown mi hanno salvato la vita. Mi connettevo con gli amici e passavo il tempo a giocare. Mi ha aiutato molto.