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Raffaele Piccirillo  

la Repubblica

Piccirillo, toga anticorruzione è il nuovo capo di gabinetto di Bonafede

Il Guardasigilli sceglie l’attuale capo delegazione italiano nel gruppo europeo Greco per la lotta alla corruzione. Era già stato in via Arenula con Andrea Orlando

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ROMA - Sarà Raffaele Piccirillo il nuovo capo di gabinetto di Alfonso Bonafede. A una settimana dalle dimissione di Fulvio Baldi per via delle intercettazioni con Palamara, la scelta del ministro della Giustizia cade su un magistrato noto a chi si occupa di corruzione, ma che ha anche lavorato in via Arenula. 


Perché Piccirillo, napoletano, gip in quella città dove si è occupato di reati ambientali, ma anche dell’inchiesta sul forzista Cosentino  e dei clan dei Casalesi, ha già lavorato al ministero della Giustizia con l’ex ministro Andrea Orlando. Piccirillo ha diretto la direzione generale degli Affari penali, proprio quella della polemica con Nino Di Matteo. In seguito è diventato capo del Dipartimento degli affari di giustizia, dove si è occupato di tutte le pratiche sulle estradizioni per la sua esperienza europea. Al ministero è stato anche il responsabile della prevenzione e corruzione, figura imposta in tutti gli uffici pubblici dalla legge Severino.


Attualmente Piccirillo era il capo della delegazione italiana nel gruppo europeo Greco, il Gruppo degli Stati contro la corruzione,  che si occupa appunto di lotta alla corruzione e monitoria la situazione dei singoli paesi. La carriera di Piccirillo viene da lontano. Casertano di origine, ha lavorato a lungo come gip a Santa Maria Capua Vetere. Poi lo stesso lavoro a Napoli dove ha firmato l’ordinanza, inviata alla Camera, con la richiesta di arresto per il forzista Nicola Cosentino. Una vita, la sua, in una famiglia in cui domina la magistratura. La sorella Paola, magistrato anche lei, è sposata con il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.