La notizia del servizio anti-Covid attivo di nascosto su Android e iPhone
by Emanuele CisottiNegli ultimi giorni e sopratutto nelle ultime ore si stanno moltiplicando gli annunci sui social network che allertano gli utenti di una novità all’interno dei loro smartphone (sopratutto Android) che riguarda le misure di tracciamento anti-Covid di cui abbiamo più volte parlato.
Quello che vi raccontiamo in questo articolo non è affatto una novità, ma poiché qualcuno potrebbe essersi perso tutti i vari passaggi della vicenda abbiamo voluto fare un riassunto, pronto da condividere agli amici che dovessero condividere messaggi allarmati sui social. Il messaggio che gira di più recita:
ATTENZIONE.
Non so se qualcuno se ne è accorto, ma hanno inserito l applicazione covid 19 sui dispositivi Android senza alcun consenso.
Chi ha Android può verificare per conto suo. Andate su impostazioni, fate scorrere e arrivate alla voce Google. Impostazioni Google. Apritela: la prima voce indica: notifiche di esposizione al COVID 19. ATTENZIONE. EVITATE DI USARE GEOLOCALIZZAZIONE, BLUETOOTH E WI FI SE POSSIBILE.
Andiamo con ordine
Come è comparsa la voce nello smartphone?
La voce sta comparendo gradualmente a tutti gli utenti di smartphone Android almeno alla versione 6 e nei prossimi giorni potrebbe comparire anche agli utenti che ancora non ce l’hanno. Si trova sotto il menù Impostazioni > Google e la voce recita Notifiche di esposizione al COVID-19. La voce è comparsa senza gli utenti avessero applicato nessun aggiornamento al telefono. Questo perché la novità fa parte di un aggiornamento di Google Play Services che da sempre su Android si aggiorna senza necessità di azioni manuali. Questo pacchetto contiene molte funzionalità relative ai servizi Google e permette agli smartphone di guadagnare nuove funzionalità senza che il produttore rilasci un aggiornamento (cosa che spesso richiede tempo e in certi casi non avviene affatto).
Se c’è una cosa che si può riconoscere è che Google avrebbe forse potuto mostrare quantomeno un avviso all’accensione dello smartphone per spiegare il funzionamento di questa nuova voce su un argomento che desta molto interesse mediatico e spesso e soggetto a fake news.
E su iOS?
Anche sugli smartphone Apple è presente una voce identica, che si trova in Impostazioni > Privacy > Salute. Il suo essere un po’ più nascosta nei menù ha forse fatto sì che si creasse meno scalpore a riguardo. Questo è probabilmente vero anche perché la novità è arrivata in concomitanza con l’aggiornamento ad iOS 13.5 e la cosa era chiaramente scritto nella pagina in cui si dava conferma di scaricare l’aggiornamento.
Cosa fanno queste voci?
Queste voci, se abilitate, permettono alle applicazioni realizzate dei singoli governi (massimo una per nazione) di sfruttare alcune funzionalità del Bluetooth utili al loro corretto funzionamento di tracciamento delle infezioni di Covid-19. Un’applicazione qualsiasi rilasciata nei rispettivi store non avrebbe accesso, per i limiti di sicurezza dei sistemi operativi, al Bluetooth nel modo in cui sarebbe necessario, rendendo il suo funzionamento inutile. Molti governi, come quello italiano, hanno quindi scelto di sfruttare l’opportunità data da Apple e Google per basare la loro applicazione su questo sistema di tracciamento integrato nel sistema operativo.
Attivare questa opzione quindi permetterà a queste applicazioni, dopo che saranno state scaricate manualmente (non è prevista nessuna installazione obbligatoria o automatica) di funzionare a dovere. Nel caso dell’Italia parliamo dell’applicazione Immuni, che arriverà si pensa nelle prossime settimane. Se volete saperne di più abbiamo realizzato un approfondimento su Immuni.
Tutto su l’applicazione Immuni
E se non voglio essere tracciato?
Iniziamo col dire che quando si parla di tracciamento si parla di due cose: di tracciamento dei contatti e di tracciamento del virus. Non si tratta affatto di tracciamento delle persone e in alcun modo riguarda la geo-localizzazione. Semplificando ancora: non si tratta di tenere traccia degli spostamenti o dei movimenti tramite GPS o rete cellulare. Ovviamente per questo tipo di sistemi è giusto avere dubbi riguardo alla privacy ed è giusto informarsi, ma ad oggi sembrerebbe che il sistema di Apple+Google sia il più affidabile in circolazione. Abbiamo realizzato un lungo approfondimento su cos’è il contact tracing in questo articolo.
Tutto sul concact tracing
Torniamo a noi: se quindi uno non vuole partecipare a questo tipo di tracciamento del virus come si deve comportare? Come dicevamo l’opzione è ora presente ma la sua accettazione è del tutto facoltativa. Basterà quindi tenere l’opzione disattivata. Ricordiamo poi che attivare l’opzione senza l’app Immuni a corredo è del tutto impossibile, proprio perché lo smartphone non ha una funzione di contact tracing integrata ma solo gli strumenti per poterlo fare.
Ok, ma comunque meglio spegnere GPS e Wi-Fi?
No, niente affatto. Come detto il contact tracing non si basa sul posizionamento, ma sfrutta come tecnologia il Bluetooth, ovvero l’unica necessaria a riconoscere la presenza di altri smartphone nelle vicinanze (qui vi spieghiamo come). Disattivare il GPS e il Wi-Fi non farà altro che “azzoppare” altre funzioni del vostro smartphone, oltre che farvi consumare più dati del pacchetto con il vostro operatore quando navigate e siete in casa. In più gli smartphone moderni utilizzano comunque anche la rete cellulare per il posizionamento e il Wi-Fi non è mai davvero disattivato ma solo inibito nel suo funzionamento. Se non vi fidaste di quanto detto sopra potreste quindi in teoria spegnere anche il Bluetooth, ma è una misura precauzionale che pare eccessiva e che potrebbe anche questa darvi problemi nel quotidiano se per esempio usate il Bluetooth per scambiare file, collegare il telefono all’auto o a una cassa musicale senza fili.
In conclusione quindi si tratta di qualcosa di programmato, annunciato e che, senza l’app Immuni, è anche del tutto inutile. Fate quindi sapere ai vostri amici più preoccupati che non c’è nessun segreto o complotto dietro questa mossa, ma che comunque è giusto che si informino e che si pongano legittime domande sulla propria privacy.