Le anime di Edo – Koichi Masahara: La recensione | Cultura Pop

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Continuano le proposte del catalogo Aiken di Bao Publishing che ci presenta una selezione di manga in continuo ampliamento. Torna Koichi Masahara che dopo il poetico I Doni di Edo di cui potete leggere la nostra recensione QUI, ci porta nuovamente nel Giappone feudale dell’era Tokugawa con Le Anime di Edo, una nuova raccolta di storie brevi ambientate nella città di Edo, antico nome di quella che è oggi è Tokyo. Riuscirà a replicare il successo del primo volume?

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Le anime di Edo

L’antica capitale Edo, è lo scenario dove si svolgono le vite dei protagonisti de Le Anime di Edo. In un periodo storico in cui le antiche tradizioni sono ancora radicate in tutti gli strati della società e in cui l’onore e la parola data sono valori fondamentali al pari della famiglia. Nobili, mercanti, cortigiane, gente comune: vite che s’intrecciano per pochi attimi ma che lasciano un’impronta nella storia degli altri. Come nel precedente lavoro di Masahara i temi principali sono il il rispetto, il lavoro, la promesse da mantenere per mantenere il rispetto e l’onore, punto chiave in cui si muovono molte delle storie raccontate.

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Un altro dei temi toccati più rappresentativi dell’opera e che verranno raccontati più volte , anche scatenando situazioni più irruente rispetto allo stile molto poetico e delicato dell’autore, è quello dei legami familiari, che sono uno un tesoro da proteggere, conservare e mantenere nel corso degli anni. Fratelli, madri e figlie, padroni e dipendenti. Le vite sono un insieme di fili che s’intrecciano e rendono forte la corda. Ancora una volta la città di Edo diventa parte integrante della storia con le sue botteghe, le belle vedute dei ponti che collegano le varie zone della città e le vie strette dove si muovono cortigiane, lavoratori, samurai, assassini e spiriti.

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Un seguito ideale

Ancora una volta Koichi Masahara riesce nel difficilissimo compito di aprire creare storie e personaggi a 360° nel tempo di poche pagine. Come aveva già dimostrato con I Doni di Edo, anche ne Le Anime di Edo, i protagonisti dei vari capitoli sono completi: hanno una storia, un carattere, una motivazione e tanti piccoli dettagli che li rendono credibili e concreti al lettore. La ricerca dei vari stili delle acconciature in base al sesso, all’età e alla casta sociale di appartenenza, come pure gli abiti che cambiano radicalmente fra un lavoratore dei campi e un nobile o un mercante, sono riprodotte con grande cura e frutto di una ricerca e della passione dell’autore per il cinema storico Jidai Geki genere cinematografico che tratta temi storici ambientati proprio nel periodo Tokugawa.

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Anche in questo caso i racconti sono nove, tutti autoconclusivi, e molte delle storie hanno personaggi o luoghi in comune, come a voler dare al lettore un senso di familiarità.  Il tratto tipico dell’autore, come la vena delicata che permea le storie, sono presenti durante tutta la lettura del volume, anche se in quest’occasione sono presenti anche racconti legati al ricordo o al fantastico che risalteranno subito agli occhi per alcune stravaganze grafiche, che traggono origine dalle rappresentazioni artistiche dell’epoca. Forse è solo questa l’unica differenza rispetto a I Doni di Edo, altrimenti per lo stile della narrazione e il tipo di storie raccontate si tratterebbe “semplicemente” di un seguito. Eppure Le Anime di Edo riesce ad avere una sua personalità anche grazie ad un uso più pesante dei chiaroscuri e dei retini.

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La passione e la conoscenza del periodo Edo di Koichi Masahara sono ancora una volta palesi e gli va riconosciuta la capacità di riuscire a trasmettere questa passione ai lettori attraverso i suoi protagonisti.lign=Cen

In conclusione

Se avete amato I doni di Edo, amerete sicuramente anche Le anime di Edo. Come già detto è un seguito diretto, in cui le varianti ci sono ma non si discosta dallo stile che già conoscete sia per aspetto grafico che per la narrazione.
Ma essendo comunque un prodotto godibile anche a se stante, senza bisogno di aver letto altro, per un nuovo lettore è bene ricordare che in questo manga le scene d’azione cedono il posto alle riflessioni e ai ricordi, alla poesia di un momento, e alle visioni di un passato storico in cui determinati valori erano le linee guida delle donne e degli uomini che vivevano in quei tempi.

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Lo stile grafico è strano, delicato ma allo stesso tempo molto caricaturale in alcuni personaggi, per evidenziarne alcune caratteristiche comportamentali. Per chi segue la cultura orientale, è una pratica molto usata fino ad oggi per rappresentare determinati personaggi soprattutto di stampo comico, ad esempio esasperando la dentatura o le espressioni degli occhi. Caratteristiche che affondano le loro origini nell’antica arte del teatro giapponese.

Le Anime di Edo, è comunque un manga che ogni amante della storia giapponese dovrebbe leggere. Meno consigliato agli amanti dell’azione che qui è solo accennata in pochissimi momenti e sicuramente non è necessaria allo svolgimento delle varie storie. Le nove storie raccontate parlano dei problemi esistenti in quel periodo, ma sono ottimi spunti di riflessioni anche rileggendoli in chiave moderna; trattando di sentimenti quali il rispetto, la famiglia e l’amore non è difficile immaginare il perchè.