Liberi tutti a meno di numeri brutti - le regioni scrivono al governo: le condizioni per riaprire
LIBERI TUTTI A MENO DI NUMERI BRUTTI - LE REGIONI SCRIVONO AL GOVERNO: LE NOSTRE CONDIZIONI PER RIAPRIRE IL PAESE DAL 3 GIUGNO, QUANDO LA CIRCOLAZIONE DOVREBBE TORNARE LIBERA SU TUTTO IL TERRITORIO - LA GIORNATA CHIAVE SARÀ VENERDÌ 29 MAGGIO, QUANDO ARRIVERÀ IL MONITORAGGIO DEL MINISTERO DELLA SALUTE CON I DATI SUI CONTAGI REGIONE PER REGIONE E LO STATO DELLE STRUTTURE SANITARIE. SU QUELLLI, IL GOVERNO DECIDERÀ SE CONFERMARE LA RIAPERTURA
Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Il 3 giugno è una data chiave nel calendario della fase 2, perché se tutto va bene scatterà la riapertura dei confini tra le Regioni. È un traguardo importante e delicato, che preoccupa il governo e ancor più i governatori: non si può sbagliare, bisogna arrivarci preparati e con tutti i dati del monitoraggio in ordine. I presidenti delle Regioni temono che le riaperture del 18 maggio facciano salire la curva dei contagi e così hanno aggiornato e integrato le linee guida per tutti i settori.
Le hanno approvate all' unanimità nella Conferenza della Regioni e venerdì hanno scritto al premier Giuseppe Conte e ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia. Una lettera di mezza pagina firmata dal presidente Stefano Bonaccini, in cui chiedono un «confronto immediato» sulle norme per far ripartire cinema e spettacolo dal vivo e servizi per l' infanzia e l' adolescenza. E spronano il governo a ufficializzare le decisioni prese: «Vi chiedo, per un coerente coordinamento dei testi, di procedere in tempi rapidi all' aggiornamento del Dpcm del 17 maggio 2020 ai fini della pubblicazione in Gazzetta ufficiale».
Il traguardo è la libera circolazione prevista a partire da mercoledì 3 giugno, cruciale per la ripartenza dell' economia e del turismo. Il decreto approvato dal governo prevede che all' indomani della Festa della Repubblica cadano le limitazioni agli spostamenti tra le Regioni, ma in queste ore nessun ministro si sbilancia nel confermare il liberi-tutti. Perché la riapertura dei confini regionali possa scattare senza rischi è necessario che il livello di contagio rimanga lo stesso di questa settimana, dunque pari tra tutte le zone d' Italia.
Lo ha confermato ieri sera al Tg1 lo stesso ministro Boccia: «Il criterio per la riapertura sarà il numero dei contagi. Finora stiamo ottenendo risultati straordinari grazie ai sacrifici fatti dagli italiani. Noi ci auguriamo che ci sia un basso rischio in tutta Italia altrimenti sarà inevitabile prendere il tempo che serve. Mercoledì, giovedì e venerdì il ministro Speranza farà le sue valutazioni e poi ci sarà un Cdm per un' ultima valutazione sulla mobilità tra le regioni».
Da qui a venerdì si valuterà l' andamento dei dati per intervenire tempestivamente ed evitare di creare squilibri. E soprattutto si rinnoveranno gli appelli ad evitare assembramenti o comunque situazioni che possano far nuovamente aumentare i contagi. «Senza i primi dati successivi al 18 maggio, nessuna valutazione è realistica - invita alla cautela Speranza - I dati dopo il 4 maggio, che ora si stanno consolidando, sono incoraggianti». Ma a sentire il ministro della Salute il 18 maggio, giorno in cui hanno rialzato le saracinesche negozi, bar e ristoranti, «è molto più impegnativo in termini di nuove possibilità di contagio» .
Le 36 pagine del documento con le nuove linee guida sono precedute da un paragrafo dal titolo «Scopo e principi generali» in cui i presidenti delle Regioni chiariscono che «in base all' evoluzione dello scenario epidemiologico le misure indicate potranno essere rimodulate, anche in senso più restrittivo».
Oggi si riunisce il Comitato tecnico scientifico che dovrà analizzare quanto accaduto sino ad ora, esaminare i dati relativi ai vari settori che hanno riaperto e stabilire se ci siano «correzioni» da fare. Ma la giornata chiave sarà venerdì 29 maggio. Quel giorno arriverà il monitoraggio del ministero della Salute con i dati sui contagi Regione per Regione e lo stato delle strutture sanitarie ed è sulla base di quei numeri che il governo deciderà se confermare o meno la riapertura dei confini il 3 giugno.
Tre le opzioni che Conte e i ministri stanno valutando: aprire su scala nazionale come programmato, differenziare tra Regioni, oppure, sperando ovviamente che non sia necessario, creare «zone rosse» oppure impedire l' ingresso a chi arriva da Regioni che non hanno pari contagio o consentirlo solo a quelle confinanti. Ipotesi ancora sul tappeto, compresa quella che siano gli stessi governatori a porre limitazioni (quarantena obbligatoria oppure test sierologico effettuato nell' ultima settimana) per i non residenti.
Nel documento delle Regioni vengono inserite le linee guida per i campeggi e circoli ricreativi. Per garantire la distanza di sicurezza tra le persone di almeno un metro (2 in caso di attività fisica) gli spazi e i percorsi dovranno essere riorganizzati. Potrà essere rilevata la temperatura all' ingresso e andranno privilegiate le attività all' aria aperta e in «piccoli gruppi di persone». Se si gioca a bocce, ping pong o biliardo bisogna disinfettarsi le mani e igienizzare gli oggetti, come racchette e palline. È vietato il gioco delle carte, perché disinfettarle a ogni turno non è possibile.
La novità sono le regole da rispettare quando si tocca la merce, per esempio per sentire la consistenza di un tessuto o per visionare un oggetto.
«Nel caso di acquisti con scelta in autonomia e manipolazione del prodotto da parte del cliente, dovrà essere resa obbligatoria la disinfezione delle mani prima della manipolazione della merce. In alternativa, dovranno essere a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente».
Anche i mercati all' aperto devono rispettare le norme anti-virus, il che potrebbe penalizzare i mercatini delle pulci. Si legge infatti nel documento delle Regioni: «Ove ne ricorra l' opportunità, i Comuni potranno altresì valutare di sospendere la vendita di beni usati».