Coronavirus, fase 2: riaprono le palestre ma si può disdire l’abbonamento
Fase 2: da oggi riaprono palestre, piscine e centri sportivi. Si può chiedere il rimborso dell’abbonamento se le nuove norme d’accesso non sono compatibili
Oggi, 25 maggio, è la tanto attesa data di riapertura di palestre, piscine e centri sportivi. Le norme per permettere l’accesso al pubblico sono precise: non sarà facile per i gestori adeguarvisi, mentre i clienti potranno rescindere dal contratto se le limitazioni di orario e accesso alle attrezzature dovessero risultare incompatibili con le loro necessità.
Intanto la Coldiretti ha rilasciato un sondaggio secondo cui sono 18 milioni gli italiani che attendono la riapertura delle palestre per rimettersi in forma, non solo in vista dell’estate ma anche perché durante la quarantena hanno spesso interrotto l’attività fisica e intrapreso stili di vita alimentari poco sani.
Con la riapertura in quasi tutte le regioni di palestre, piscine e centri sportivi, sarà necessario "predisporre una adeguata informazione su tutte le misure di prevenzione da adottare. Redigere un programma delle attività il più possibile pianificato (es. con prenotazione) e regolamentare gli accessi in modo da evitare condizioni di assembramento e aggregazioni; mantenere l'elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni".
Coronavirus, fase 2: le regole da rispettare in palestre e piscine
"Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l'accesso in caso di temperatura maggiore di 37,5 °C". Nelle sale e negli spogliatoi, poi, distanziamento di sicurezza: è necessario "organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno 1 metro (ad esempio prevedere postazioni d'uso alternate o separate da apposite barriere), anche regolamentando l'accesso agli stessi".
Bisognerà poi "prevedere l'obbligo dell'igiene delle mani all'ingresso e in uscita per chiunque acceda alla struttura, dotandola di dispenser con soluzioni idroalcoliche in punti ben visibili ".
Inoltre, "gli attrezzi e le macchine che non possono essere disinfettati non devono essere usati". È necessario "garantire la frequente pulizia e disinfezione dell'ambiente, di attrezzi e macchine (anche più volte al giorno, tra un turno di accesso e l'altro), e comunque la disinfezione di spogliatoi (compresi gli armadietti) a fine giornata".
Evitare di lasciare in luoghi condivisi con altri gli indumenti indossati per l’attività fisica, ma riporli in zaini o borse personali e, una volta rientrato a casa, lavarli separatamente dagli altri indumenti. Bere sempre da bicchieri monouso o bottiglie personalizzate. Gettare subito in appositi contenitori i fazzolettini di carta o altri materiali usati (ben sigillati).
"Per quanto riguarda il microclima - viene rilevato - è fondamentale verificare le caratteristiche di aerazione dei locali e degli impianti di ventilazione e la successiva messa in atto in condizioni di mantenimento di adeguati ricambi e qualità dell'aria indoor".
Rimborsi per le palestre causa covid: a chi spettano? Come chiederli? Il vademecum
Le norme per la riapertura delle palestre comportano, in molti casi, la restrizione di diversi servizi fino all’annullamento di alcuni, modifica di orari di accesso e di permanenza, spesso limitati ad alcune fasce orarie e/o a cadenza settimanale. Non potrebbe essere altrimenti visto che le strutture non sono state concepite per situazioni del genere.
Questo comporta sostanzialmente la modifica dei contratti che erano stati stabiliti coi singoli frequentatori. Modifica a cui i sottoscrittori non devono sottostare se non per loro libera scelta. Purtroppo, diversi gestori di palestre cercano di imporre le modifiche dando per scontato che siano parte del contratto. Ma non è così. Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori ha stilato un vademecum per chi intende chiedere il rimborso dell’abbonamento.
Premesso che il periodo in cui la palestra è stata chiusa deve essere integralmente rimborsato, ecco i consigli su come fare:
- parlare con il gestore della palestra per fargli presente la propria indisponibilità ad accettare le modifiche imposte e quindi, a propria scelta:
- proporre una riduzione del prezzo stabilito (chiedendo - se non lo si è già fatto e ottenuto - anche il rimborso del periodo non utilizzato in cui la palestra è stata chiusa);far presente di non essere più interessati al loro servizio e chiedendo il rimborso di quanto già pagato (se si è pagato in anticipo) o l’annullamento delle successive rate (chiedendo - se non lo si è già fatto e ottenuto - anche il rimborso del periodo non utilizzato in cui la palestra è stata chiusa).inviare una raccomandata A/R o PEC di messa in mora intimando la risoluzione del contratto ai sensi dell'art. 1463 del codice civile;
- se entro 10 giorni non si ha alcuna risposta o si ha risposta negativa, occorrerà rivolgersi al giudice di pace;
- se i pagamenti sono stati fatti con l’intermediazione di una finanziaria si potrà chiedere la risoluzione del contratto di credito al consumo alla stessa finanziaria (sempre per raccomandata a/r o PEC), intimando la risoluzione del contratto di finanziamento ai sensi dell'art. 125 quinques del Testo Unico Bancario e il rimborso delle rate pagate per servizi di cui non si è potuto usufruire. In mancanza di risposta o di risposta negativa, ci si potrà rivolgere all’Arbitro Bancario Finanziario.
Per casi specifici o particolarmente articolati Aduc ha un servizio di consulenza/assistenza online, per telefono o presso le proprie sedi. https://sosonline.aduc.it/info/consulenza.php
Palestre, piscine e centri sportivi garantiscono 161mila posti di lavoro
In Italia sono 161mila i posti di lavoro garantiti da palestre, centri wellness, centri estetici e negozi di articoli sportivi che con la Fase 2 stanno riaprendo pur con le limitazioni anticoronavirus. È quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop), su dati Camera di commercio di Milano Lodi e Monza Brianza.
La riapertura di palestre, centri benessere ed estetici rappresenta una fase molto delicata sia sul fronte della sicurezza che su quello della ripresa economica considerato che il comparto benessere – spiega Uecoop - è in forte espansione nei posti di lavoro a livello nazionale con Milano a quota 19mila, Roma con più di 12.500 e Monza e Brianza con oltre 10mila addetti, con servizi offerti da cooperative su più livelli: dallo sport dilettantistico alla ginnastica posturale, dalla riabilitazione alla ginnastica tonificante.
Negli ultimi dieci anni la crescita delle realtà del comparto è stata 16,7% a livello nazionale trainata da – sottolinea Uecoop - un’attenzione sempre maggiore verso il benessere e la salute. Nonostante questo, però – evidenzia Uecoop su dati Istat – in Italia il numero delle persone in sovrappeso o obese ha raggiunto i 23 milioni per gli adulti (46% del totale) e 1,7 milioni per la fascia d’età tra i 6 i 17 anni con quasi 1 adolescente su 5 (17,9%) che non fa sport o qualche altra attività fisica.
Una situazione aggravata dal periodo di lockdown anche per chi prima dell’emergenza coronavirus non ha mai avuto problemi di eccesso di peso. Per questo – conclude Uecoop – è necessario incentivare comportamenti salutari, dentro e fuori casa, che vanno da una dieta equilibrata a una maggiore attenzione al movimento quotidiano nel rispetto di tutte le norme di sicurezza anticontagio.
L’indagine Coldiretti sulla forma fisica degli italiani
La riapertura delle 8114 palestre e centri fitness presenti sul territorio nazionale è attesa da 18 milioni di italiani che fanno attività sportiva e sono attenti al wellness. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati Istat in quasi tutta la penisola di palestre e piscine dopo le chiusure iniziate da oltre 3 mesi. Si tratta di un appuntamento molto atteso dopo un lungo periodo di lockdown con gli italiani costretti a rimanere in casa anche se in molti - sottolinea la Coldiretti – hanno cercato di non perdere le buone abitudini.
Durante la quarantena il 28% degli italiani non ha praticato alcun tipo di attività fisica, il 13% ha ridotto la frequenza, il 17% una o due volte la settimana, il 23% tre o quattro volte la settimana e il 19% cinque o più volte la settimana secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Crea.
Uno sforzo che tuttavia per effetto anche dei maggiori consumi alimentari non ha salvato dall’aumento di peso stimato dalla Coldiretti in quasi 2 chili a testa. C’è stato infatti un vero e proprio boom del cosiddetto “comfort food” ricco di calorie con – precisa la Coldiretti – una ordalia di zuccheri, grassi e carboidrati: +150% farine e semole, +14% pane, crackers e grissini, +7% pasta e gnocchi, +38% impasti base e pizze, +13% dolci, +24% primi piatti pronti oltre al +37% di olio semi usato per fritture di ogni tipo, dolci e salate durante il lockdown.
L’effetto del maggior consumo di cibi calorici è stato aggravato spesso dall’abbinamento con le bevande alcoliche. Non è quindi un caso che secondo l’indagine on line della Coldiretti più di 1 italiano su 3 (39%) si è messo a dieta per prepararsi alla prova costume. Con la riapertura delle spiagge - precisa la Coldiretti - la perdita di peso diventa quindi un obiettivo prioritario da raggiungere con l’aiuto che arriva dalle palestre ma anche di frutta e verdura, da consumare con insalatone, smoothies frullati e centrifugati anche in spiaggia.
Con il progredire della stagione calda – conclude la Coldiretti - si trovano sempre più quasi tutte le verdure: dagli spinaci alla cicoria, dalle zucchine all’insalata, dai peperoni alle melanzane, dalle cipolle ai pisellini freschi, dagli asparagi ai fagiolini. Non manca neppure la frutta: dai meloni alle albicocche fino alle ciliegie.