Drunkoressia, una ragazza su tre beve troppo e mangia poco per compensare le calorie dell’alcol. I risultati di uno studio australiano

by
https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2017/03/alcol-aperitivo-bar-locale-vino-alcolici-Fotolia_141478471_Subscription_Monthly_M.jpg

Bevono troppo alcol, magari in un intervallo di tempo ristretto come il fine settimana. E poi, per compensare le calorie assunte, si lasciano andare a comportamenti che hanno le caratteristiche del disturbo alimentare. Per esempio digiunano, o assumono solo alimenti privi o quasi di calorie, sconditi, dolcificati, e si dedicano ad attività fisiche troppo intense, innescando un corto circuito molto pericoloso. 

A comportarsi così, diventando vittime di una sindrome che è stata chiamata drunkoressia, riprendendo la denominazione di altri disturbi come l’anoressia o l’ortoressia (l’ossessione di mangiare solo alimenti considerati sani), sono molti ragazzi in generale e, in particolare, nel primo studio mai condotto sul campo sul tema, circa una ragazza su tre. I ricercatori dell’Università dell’Australia del Sud hanno infatti monitorato questo genere di condotta in poco meno di 500 studentesse universitarie di età compresa tra i 18 e i 24 anni chiedendo loro di riferire esattamente che cosa bevevano, mangiavano e facevano durante le loro giornate in relazione al consumo di alcolici, per compensarlo.

https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2018/05/alcol-bere-alcolici-giovani-Fotolia_198340280.jpg
La drunkoressia consiste nell’assunzioni di grandi quantità di alcol associate a restrizioni alimentari, per compensare le calorie

I risultati, riportati su Australian Psychologist, descrivono una situazione più grave e più comune di quanto si potrebbe pensare. Infatti, ben l’82,7% delle ragazze aveva avuto qualche comportamento “drunkoressico” nei tre mesi precedenti, mentre più del 28% teneva regolarmente (almeno dopo una bevuta su quattro) atteggiamenti di quel tipo, per esempio saltando i pasti, mangiando e bevendo solo alimenti e bibite con pochissime calorie, prendendo lassativi e facendo molto sport al solo scopo di bruciare le calorie associate all’alcol.

Secondo le psicologhe autrici dello studio, tutto ciò è preoccupante, anche in considerazione del fatto che in quella fascia di età si tende comunque a bere troppo e a compiere azioni pericolose. Ma l’assunzione di un eccesso di alcol combinata con un apporto alimentare insufficiente alimenti e troppa attività fisica ha un prezzo pesante, dal punto di vista sia fisico che psicologico. Problemi epatici, ipoglicemia, deficit nutrizionali, danni al cuore e al cervello, vuoti di memoria, depressione e dipendenza sono alcuni dei danni che si riscontrano in chi ha sofferto o soffre di drunkoressia.

Per cercare di prevenire, oltre a campagne educazionali, si deve cercare di identificare i sintomi più precoci , che nel loro insieme dimostrano l’esistenza di adattamenti cognitivi sbagliati, un quadro definito “Early maladaptive schemas (Ems)”. Tra quelli più comunemente associati alla drunkoressia vi sono la percezione di non avere autocontrollo, il senso di isolamento sociale e quello di deprivazione emotiva. Questo genere di pensiero è cruciale per la relazione con il prossimo e il rapporto con se stessi ed è il risultato di fattori acquisiti fino dall’infanzia, sensibili ai contesti familiari e perfino sociali, come i modelli di bellezza proposti dalla moda, sempre troppo magri per essere realistici, e la pressione dei coetanei a consumare alcol. Quando qualcosa non funziona, si instaurano delle reazioni disfunzionali, e può sopraggiungere la cosiddetta drunkoressia, così come altre forme di squilibrio. Per questo cogliere i primi segnali può fare la differenza. Da questo punti di vista, oltre agli psicologi, anche gli insegnanti, i genitori e gli amici possono essere di grande aiuto, imparando a riconoscere i comportamenti a rischio, che andrebbero segnalati, verificati e costituire un campanello d’allarme dopo il quale iniziare a intervenire.