In libreria, l'Arte contemporanea tra affari e trend
Più di 1000 pagine e 800 artisti per secondo Atlante De Agostini
by Daniela Giammusso AA.VV, "ATLANTE DELL'ARTE CONTEMPORANEA 2020" (De Agostini, pp. 1000 - 95,00 euro). Cosa può essere classificato come Arte nell'era contemporanea? E' passato quasi un secolo da quando Paul Rosenberg, uno tra i più grandi mercanti di inizio Novecento, nella sua galleria parigina ospitava lavori di Ingres, Delacroix, Courbet, Cézanne, Degas, Monet e Matisse privilegiando le "scelte estetiche" a quelle "commerciali". Eppure già allora Rosenberg parlava di una "s-definizione dell'arte", in cui l'oggetto artistico diventava ben poca cosa se riferito alla personalità dell'autore. Da allora quasi inarrestabile il concetto di Arte ha mutato, forma, linguaggio, divenendo sempre più fluido e dai contorni labili.
Come diceva Andy Warhol, "prima di tutto è stato fatto da un artista e in secondo luogo si rivela arte". Una perdita di "sacralità" che arriva fino al "caso" del 2019: una banana appesa al muro con lo scotch venduta a 120 mila dollari. E mangiata, nello stupore di tutti, da un visitatore di una mostra. È Comedian di Maurizio Cattelan, esposta all'Art Basel di Miami. È da questa riflessione che parte la seconda edizione dell'Atlante dell'Arte Contemporanea, monumentale volume di mille pagine (e 5 chili di peso) dedicato alla mappatura completa del contesto artistico italiano, edito da De Agostini e sostenuto dalla società Start Group. Con il coordinamento scientifico di Daniele Radini Tedeschi e di Stefania Pieralice, è considerato il principale veicolo di consultazione per contestualizzare il ruolo dell'arte italiana sulla scena mondiale. Uno strumento di arteconomy dedicato ai rapporti tra arte e finanza, collezionismo e mercato, indispensabile per gli esperti di settore ma anche piacevole lettura per i semplici appassionati.
"Il volume - racconta il responsabile scientifico Daniele Radini Tedeschi, storico dell'arte e curatore - prende in esame l'arco cronologico che va dal 1950 sino al 2019, registrando oltre 160.000 risultati, sia del mercato primario, quindi il prezzo che gli artisti hanno in galleria, sia quello secondario, ovvero i record delle aste". Protagonisti, oltre 800 artisti che hanno lavorato nel Novecento dal dopoguerra in poi, come Emilio Vedova, Giacomo Balla, Alberto Burri, Lucio Fontana, Pino Pascali, Giorgio Morandi, Michelangelo Pistoletto, Vanessa Beecroft. "Curiosamente, sono esclusi Boccioni e Modigliani, perché sono morti prima del 1950 - spiega Radini Tedeschi - Allo stesso tempo c'è un dettagliato scrutinio di artisti del minimalismo, dell'arte povera, come Bonalumi e Castellani o il caso figurativo di Mignoli". E poi ancora Massimiliano Fuksas, in veste non di archistar, ma di pittore, Mario Schifano e Janni Kounellis, che pur non essendo nati in Italia (il primo in Libia, il secondo in Grecia), hanno poi vissuto tutta la vita a Roma. "Fino a giungere - prosegue il curatore - alle nuove generazioni, le nuove tendenze e gli artisti giovani, che hanno ottenuto successo grazie a partecipazione importanti come la Biennale di Venezia o dOCUMENTA".
Nella sezione dedicata agli indici di mercato, primario e secondario, per ogni artista anche griglie che indagano "fascia, frequenza, trend e plusvalenza". Grande attenzione, quest'anno, alla posizione di rilievo dei mercati orientali prima del Coronavirus, con una trattazione specifica delle più importanti case d'Asta di Hong Kong, Poly Auction e China Guardian. "Tutti dati che sembrano appartenere più al mondo economico - ammette Radini Tedeschi - ma il mercato dell'arte è molto simile a Piazza Affari: un'opera può 'schizzare', proprio come un'obbligazione o un titolo azionario. E può anche subire un forte ribasso, come il suo autore. E' un organismo vivo, sempre ebulliente, che subisce continue variazioni. E l'attento esperto d'arte è anche un attento analista". (ANSA).