la Repubblica
Atlantia giù a Piazza Affari dopo lo scontro con il governo sulla concessione. Poi il titolo recupera
Nervosismo sul mercato dopo che la società ha annunciato lo stop agli investimenti concordati. Ancora scontro nell'esecutivo tra Pd e M5s, Conte cerca una mediazione. Provenzano: "Tutte le scelte sono in campo"
MILANO - La tensione tra Atlantia, la società che controlla Autostrade per l'Italia e il governo si fa sentire anche sul mercato. Questa mattina il titolo della società, controllata a sua volta dalla famiglia Benetton, dopo essere rimasto sospeso in avvio, è entrato in contrattazione e cede quasi 4 punti percentuali, salvo poi invertire la rotta e chiudere in rialzo dell'1,33%.
L'azienda nei giorni scorsi ha annunciato di volere sospendere il piano di investimenti concordato con il governo. Uno strappo che sarebbe legato alla mancata risposta da parte del governo al progetto presentato dalla società per scongiurare una possibile revoca della concessione. E proprio all'interno della maggioranza restano ancora lontane le posizioni dei due alleati di governo, con il Movimento 5 Stelle che continua a spingere per una revoca della concessione e il Pd aperto invece a raggiungere un accordo con la società.
Anche per questo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte starebbe esplorando una terza via, cercando nuovi soci privati per Aspi in modo da lasciare la famiglia Benetton eventulmente come azionisti di minoranza.
Una decisione sul punto però ancora non c'è. Sulla concessione ad Autostrade, ha detto il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Giuseppe Provenzano - "il dossier del ministro De Micheli è stato rimesso al governo nella sua collegialità perché è una decisione così importante che c'è bisogno di una assunzione di responsabilità da parte di tutti: al momento tutte le scelte sono in campo".
Una mossa, quella della sospensione degli investimenti, letta da molti osservatori come una sorta di "ricatto" al governo. "Il blocco degli investimenti da parte di Autostrade per l'Italia non è un ricatto, ma la mossa di assoluta necessità di una società quotata per uscire dall'incubo in cui è stata messa. E l'incertezza che il governo ha imposto a tutto il comparto autostradale fa male al settore nel suo complesso", si è difeso invece a Repubblica il presidente di Aiscat, l'associazione dei concessionari autostradali, Fabrizio Palenzona, per il quale "chi parla di ricatto non sa che cosa dice".