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Bond oggi: denaro sugli Argentina dopo gli spiragli di intesa

Tornano timidi acquisti sul debito di Buenos Aires. Questo sull’onda di nuove trattative per la sua ristrutturazione. Di cui si prevede la conclusione entro il 2 giugno.

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Analizzare i titoli di Stato argentini è sempre stato difficile, per la mole di emissioni, nettamente più numerose rispetto a quelle presenti su Tlx. Dei benchmark allora vanno scelti e di solito tale ruolo è svolto da due tassi fissi, il perpetual 7,125% 28Gi2117 in Usd (Isin US040114HN39 – taglio 1.000) e il 5,625% 26Ge2022 pure in Usd (Isin US040114HK99 – lotto 1.000), collocati esattamente agli antipodi come scadenze sull’intera curva dei governativi di Buenos Aires. Negli ultimi giorni entrambi hanno registrato un graduale rialzo delle quotazioni e soprattutto volumi in lento progresso. Naturalmente la valutazione deve tenere conto di quanto avviene a livello di scambi internazionali, perché il solo riferimento a Tlx è troppo limitativo, data la marginalità del nostro mercato. Gli investitori si sono ricollocati in acquisto (il perché ve lo spieghiamo di seguito) in una visione però puramente speculativa. E lo confermano due indizi, che messi assieme fanno una prova.

Spread più contenuti

Sui due titoli citati i “bid”-”ask” si sono di nuovo stretti. Sul 2117, considerando tutte le piazze di quotazione, si può indicare uno spread medio di 200-220 pb contro gli oltre 300 delle settimane scorse ma sono reperibili anche piattaforme con valori più contenuti, dell’ordine dei 100 pb. Logicamente maggiori i differenziali invece per il 2022, come sempre avviene nel caso di emittenti in fase di ristrutturazione del debito, sui quali sono le scadenze corte le più penalizzate. In questo caso gli spread salgono a oltre 400 pb, almeno in base alle indicazioni di venerdì pomeriggio, sebbene il quadro appaia confuso e contraddittorio. 

Intanto reagiscono

In lento recupero ma pur sempre in rimonta: ciò avviene per le quotazioni di entrambi i titoli e in generale per tante altre emissioni soprattutto in dollari. Il 2117 registra una nuova rottura al rialzo rispetto alla media mobile a 50 sedute dopo un trend inverso che aveva portato allo sforamento al ribasso l’11 febbraio, mentre alcuni indicatori tecnici sono positivamente impostati. Situazione simile per il 2022, malgrado in questo caso si sia trattato soltanto di un contatto senza strappo all’insù. 

Cosa sta succedendo

I mercati sembrano più ottimisti in relazione alle notizie di spiragli di intesa per la ristrutturazione del debito argentino. Quanto meno dei nuovi negoziati sono partiti nelle ultime ore, con l’obiettivo del raggiungimento di un accordo entro il 2 giugno. Il Governo ha ammesso di essere disponibile a rivedere i termini, a condizione che si tenga conto delle reali condizioni di sostenibilità dei pagamenti futuri. Al momento le dichiarazioni dei rappresentanti dei bondholder sembrano distensive, sebbene si faccia capire che i margini di trattativa sono modesti. E’ indubbio che la crisi da Covid-19, con il Paese in “lockdown” da fine marzo, non sta agevolando l’economia argentina, benché un “vantaggio” l’abbia avuto, con l’inflazione scesa sul 40%, ma con un debito pubblico previsto di nuovo in crescita nei prossimi due anni.