Chi saranno gli “assistenti civici”
Volontari che lavoreranno in piazze e parchi per ricordare le regole della "Fase 2": il governo ha detto che ne recluterà 60.000
Questa settimana il governo dovrebbe pubblicare il bando per reclutare 60.000 “assistenti civici”, volontari coordinati dalla Protezione Civile che aiuteranno le autorità locali a gestire la “Fase 2” dell’emergenza coronavirus. Tra le altre cose, per esempio, gli “assistenti civici” informeranno le persone delle regole da rispettare per evitare una maggiore diffusione del coronavirus e potranno chiamare la polizia municipale quando lo riterranno necessario.
Si tratta di uno dei primi progetti concreti del governo per gestire la “Fase 2”, mentre sembra esserci ancora ritardo sullo sviluppo della app “Immuni” e di una solida rete dedicata al contact tracing: l’attività di tracciamento dei contatti delle persone positive al coronavirus che secondo gli esperti è tra le più importanti per tenere sotto controllo l’epidemia.
– Leggi anche: Le foto del primo weekend dopo le riaperture
Il progetto degli “assistenti civici” è stato annunciato domenica con una nota dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia e dal sindaco di Bari e presidente dell’ANCI Antonio Decaro. I giornali scrivono che Boccia e Decaro stavano lavorando all’idea da più di un mese, ma il fatto che sia stata presentata in questi giorni sembra essere collegato ai problemi che molti sindaci stanno avendo a fare rispettare le regole di convivenza decise dal governo per gestire la fase di riaperture dopo le settimane di isolamento.
La proposta è stata accolta in maniera piuttosto critica sia dall’opposizione sia da alcuni pezzi della maggioranza che sostiene il governo. Anche il ministero dell’Interno ha fatto sapere informalmente ai giornali di non essere stato consultato. In serata la presidenza del Consiglio ha confermato il progetto con una nota diffusa ai giornali in cui spiega che gli “assistenti civici” non saranno «incaricati di pubblico servizio», e quindi avranno compiti molto diversi dalle forze di polizia.
Una nota di palazzo Chigi, scaturita da un vertice a cui hanno partecipato i ministri interessati a partire da Boccia e Lamorgese, chiarisce che l’arruolamento degli assistenti civici «mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato». I volontari, inoltre non avranno la veste di «incaricati di pubblico servizio» e dunque non avranno compiti assimilabili in alcun modo a quelli di un corpo di polizia.
Gli “assistenti civici”, stando alle informazioni che si hanno, verranno impiegati in strade, piazze e parchi per ricordare alle persone l’uso delle mascherine, il mantenimento delle distanze di sicurezza e il divieto di assembramenti. Potranno inoltre essere impiegati per altre attività di aiuto alle fasce più deboli della popolazione: non è chiaro di preciso di cosa si tratti ma potrebbero essere attività come la distribuzione di pacchi spesa a domicilio.
Indosseranno una casacca blu con la scritta “assistente civico” – dovranno quindi essere sempre riconoscibili – e non avranno alcun potere di polizia: non potranno fare multe o richiami, dovranno limitarsi a ricordare le regole a chi non le rispetta. Nella nota di domenica è spiegato che gli “assistenti civici” dovranno lavorare «con gentilezza».
– Leggi anche: Quanto si rischia il contagio all’aperto
Tutti gli “assistenti civici” saranno volontari: non riceveranno quindi nessun compenso per il lavoro che faranno. Potranno mettere a disposizione dei loro comuni fino a 16 ore alla settimana, distribuite in tre giorni, e riceveranno un’assicurazione per infortuni o incidenti che potranno accadere durante le ore di servizio. Saranno in servizio fino al 31 luglio, quando scadrà lo stato di emergenza dichiarato dal governo il 31 gennaio.
Il bando per reclutare gli “assistenti civici” sarà gestito dalla Protezione Civile e sarà rivolto a pensionati, inoccupati, lavoratori in cassa integrazione o persone che ricevono il reddito di cittadinanza o altre forme di sostegno al reddito. Sarà poi la stessa Protezione Civile a informare regioni e comuni sulla disponibilità degli “assistenti civici” e saranno i sindaci a decidere come impiegarli. Il ministro Boccia ha detto di essere convinto che le richieste di diventare “assistenti civici” supereranno le necessità.
– Leggi anche: Perché parliamo di movida