Coronavirus Uk, 260.916 casi e 36.875 morti/ Boris Johnson “a scuola dal 1 giugno”

Coronavirus Uk, 260.916 casi e 36.875 morti, Boris Johnson annuncia riapertura scuole e difende il suo consigliere speciale Cummings

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Nel Regno Unito il Coronavirus rappresenta ancora un grosso problema. Secondo l’ultimo bollettino fornito in tempo reale dalla mappa della John Hopkins University & Medicine e che lo pone al quarto posto tra i Paesi nel mondo con l’emergenza più grave, i casi sono saliti a 260.916 con un numero complessivo di vittime pari a 36.875. Numeri leggermente in rialzo rispetto a quelli annunciati ieri dal primo ministro britannico Boris Johnson. Il Regno Unito, alla luce di questi numerosi si prepara seppur gradualmente alla riapertura del Paese che dovrebbe prevedere anche una parziale riapertura della scuola. Sempre ieri, infatti, il premier ha annunciato che gli studenti delle prime classi potrebbero tornare a sedere dietro i bachi di scuola già dal prossimo primo giugno. “Riconosco che l’apertura il primo giugno non è possibile per tutte le scuole, ma il governo continuerà a sostenere il settore”, ha aggiunto il capo del governo di Londra, come riferisce l’Agenzia Nova, riprendendo le sue parole pronunciate nel corso della conferenza stampa di ieri pomeriggio. Lo stesso ha riconosciuto come “il pieno distanziamento sociale potrebbe non essere possibile” nelle aule. Johnson ha tuttavia aggiunto che “Aprendo le scuole per gli alunni in questo modo limitato stiamo prendendo un passo deliberatamente cauto”. Il 15 giugno dovrebbero invece riaprire le scuole secondarie. IL tutto si svolgerà secondo dettagliate linee guida predisposte dal governo e relative al distanziamento sociale nelle scuole per assicurare la massima sicurezza non solo a docenti ma anche ad alunni.

CORONAVIRUS UK, BORIS JOHNSON DIFENDE CUMMINGS

Nelle ultime ore Boris Johnson è stato al centro dell’attenzione per essersi esposto in prima persona ed in diretta tv in difesa del suo collaboratore e braccio destro, Dominic Cummings, accusato di aver violato il lockdown. In tanti hanno chiesto a gran voce le dimissioni del suo consigliere speciale mentre Boris, di contro, ha ritenuto “responsabile” la sua decisione di andare in macchina da Londra a Dirham, a quasi 400 chilometri, pur avendo comunque già sviluppato i sintomi da Coronavirus, solo per portare dai nonni il figlio di 4 anni. “Credo che sotto tutti gli aspetti abbia agito responsabilmente e legalmente, con integrità e con l’obiettivo schiacciante di fermare il diffusione del virus e salvare vite”, ha detto il primo ministro durante la conferenza nella quale, come riferisce Corriere della Sera, non solo ha messo a segno varie contraddizioni ma avrebbe addirittura tolto la parola ai giornalisti che lo incalzavano. L’incontro con la stampa era stato preceduto da un lungo faccia a faccia a Downing Street fra il premier e il suo consigliere durante il quale, probabilmente, Cummings potrebbe averlo messo alle strette.