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Borse asiatiche contrastate, Hong Kong in rosso dopo le nuove proteste

Il ministro degli Esteri di Pechino: «Usa e Cina a un passo da una nuova guerra fredda»

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Le principali Borse asiatiche si preparano a chiudere la prima seduta della settimana contrastate sulle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina. A Hong Kong l'indice Hang Seng perde lo 0,95% sulla nuova ondata di proteste pro democrazia che si sono verificate nella città Stato contro la proposta da parte del governo cinese di introdurre una nuova legislazione sulla sicurezza nazionale. Settimana scorsa il Presidente Usa Donald Trump ha dichiarato che se Pechino dovesse aumentare il controllo su Hong Kong, Washington avrebbe reagito «con molta forza». Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha successivamente avvertito che gli Stati Uniti stanno spingendo i due Paesi sull'orlo di «una nuova guerra fredda». 

A Shanghai il Composite cala dello 0,13%, a Seoul il Kospi guadagna lo 0,98% e a Sydney l’Asx 200 rimbalza a +1,90% dopo che l’Australian Bureau of Statistics ha comunicato che nonostante un calo ad Aprile delle importazioni ed esportazioni, la «la domanda di materie prime è rimasta forte» nel Paese. A Tokyo il Nikkei 225 sale a +1,64% sulla notizia riportata dalla pubblicazione Nikkei che il governo giapponese sta prendendo in considerazione un nuovo pacchetto di aiuti economici del valore di circa 930 miliardi di dollari a supporto delle aziende colpite dall'emergenza coronavirus. 

I futures sugli indici Usa ed Europei sono deboli con lo S&P 500 e l'Euro Stoxx 50 a +0,50%. Oggi Wall Street resterà chiusa per il Memorial Day. Sul fronte macroeconomico, il prodotto interno lordo della Germania è calato del 2,2% nel primo trimestre del 2020 rispetto ai tre mesi precedenti. 

Il petrolio segna un leggero rialzo durante i primi scambi in Asia con il Wti a 33,6 dollari al barile e il Brent a 35,2 dollari al barile.