BORSE & MERCATI/ Usa, Cina e Argentina cambiano le carte in tavola

Le nuove tensioni tra Usa e Cina, oltre che i timori di un default dell’Argentina, cambiano le prospettive per i mercati

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L’atteso segnale di forza sui principali listini azionari è arrivato, ma non ha saputo contrastare la forza dei venditori sul finire di ottava: quanto avevamo auspicato nel corso del precedente intervento si è concretizzato a inizio della scorsa settimana, ma – successivamente – a causa di nuovi timori sul fronte delle relazioni tra Usa e Cina, ha favorito il ripresentarsi di nuove prese di beneficio soprattutto caratterizzate da operazioni in ottica di brevissimo periodo. L’indice MSCI World Usa si è riportato a ridosso dell’importante resistenza statica posta a quota 2.087,86: quest’ultimo livello rappresenterà per i prossimi giorni il primo step che, in caso di suo superamento, agevolerebbe una veloce ripartenza dei corsi in direzione di 2.167,64 punti.

L’impostazione grafica sul benchmark rappresentativo della componente equity potrebbe subire una possibile figura di inversione a causa della mancata rottura (al rialzo) di un area di “doppio massimo” (2.078/2.080 punti): il cedimento al di sotto di quota 2.045,35 contribuirebbe a questa ipotesi compromettendo l’attuale palinsesto algoritmico in stato “neutrale/rialzista”. Viene pertanto suggerito il monitoraggio del sottostante al fine di poter – prudenzialmente – alleggerire l’intera posizione finora accumulata.

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Sempre sull’asset class azionaria appare evidente l’osservazione sugli sviluppi del nuovo default argentino e delle sue ripercussioni sui cosiddetti mercati emergenti: l’indice MSCI Emerging ha concluso la propria settimana registrando una marcata flessione (-2,66%) nel corso dell’ultima seduta. Al suo pari, il versante obbligazionario, potrebbe rivivere tensioni come già accaduto in precedenza. Attualmente l’indice JPM EMBI+TR Usd registra massimi di breve termine e staziona oltre 865 punti: l’eventuale ritorno degli scambi sotto soglia 857,54 riporterebbe lo stesso indice in prossimità di 840 punti con significativi risvolti negativi per le forme di investimento focalizzate su questa tipologia di area geografica.

Qualora questo scenario trovasse immediato riscontro sui mercati – l’indice JPM GBI Gl. Usd – potrebbe beneficiare di una conseguente riallocazione: i prezzi hanno oltrepassato area 582,65 che – di fatto – ha favorito l’orientamento dei principali leading indicators in territorio buy signal (dal precedente stato neutral). I lagging indicators sono ancora neutrali, ma ormai prossimi a un’inversione (da negative a neutral): qualora il livello dei corsi si riportasse oltre i 583,65 punti, anche per questa tipologia di indicatori (meno reattivi rispetto ai precedenti), è plausibile ipotizzare una loro impostazione rialzista. Si conferma la soglia 578,51 come alert con target a 575,80 punti.

Questa ennesima “dinamica argentina” è fondamentale poiché oggetto di incognite nel breve termine: a seguito del possibile incremento di volatilità, è doveroso il monitoraggio dell’indice Vix che, non ancora “rientrato” su valori prossimi alla sua media, si presenta poco sotto i 30 punti. Il ritorno a 35,60 potrebbe avvenire in poche sedute soprattutto in caso di mancato intervento sul fronte del debito pubblico argentino.

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Se il finora delineato scenario trovasse conferma sui mercati finanziari, è evidente la revisione del nostro precedente outlook riconducibile alle prospettive del lingotto. L’approssimarsi verso area 1.757,60 favorirebbe una strategia long con target oltre la soglia dei 1.800 dollari e il raggiungimento di nuovi massimi storici entro l’estate non sarebbe del tutto impossibile.

I mercati internazionali (sia azionari che obbligazionari) – dai loro minimi registrati nel corso dell’anno – hanno recuperato gran parte del terreno perduto: è fisiologico assistere a una prima fase di prese di beneficio e – il “caso Argentina” – potrebbe rappresentare il neonato innesco. Se così sarà, come già accaduto, si dovrà privilegiare un ingresso frazionato (rif. MSCI World Usd) sfruttando le fasi di ribasso mentre per l’asset class bond si vedrà favorita la sola componente governativa (rif. JPM Gb. Usd) ma cosiddetta hedged.

Nonostante le numerose incognite durante il corso dell’anno – l’unica costante – rimarrà la metodologia di approccio all’investimento: disciplinata e priva di soggettività. La gestione del rischio è fondamentale e, in assenza di quest’ultima, il risultato finale sarà sempre caratterizzato da ingiustificate perdite.