Sindacati delusi dopo l'incontro con azienda e ministro
Ex Ilva, lavoratori proseguono il blocco: "Da Mittal atteggiamento schizofrenico"
GENOVA - Cattive notizie per l'ex Ilva. Tira una brutta aria sia sul fronte del confronto nazionale (tra governo, azienda e sindacati), sia sul piano della trattativa locale. I lavoratori di ArcelorMittal dello stabilimento di Genova Cornigliano si preparano a proseguire la protesta. "Il tavolo e' stato molto deludente vista la presenza di tre ministri, tra cui Roberto Gualtieri, ci aspettavamo molto più. Invece, l'azienda non ha fatto altro che prendere tempo e chiedere altri dieci giorni di tempo per presentare il piano industriale. Ma finora che cosa hanno fatto? La situazione e' molto preoccupante", commenta il segretario della Fiom Genova, Bruno Manganaro.
Nella videoconferenza si è parlato anche della questione Genova, sollevata con un intervento dello stesso Manganaro. Lo sciopero a singhiozzo dei lavoratori con il blocco delle merci in entrata e uscita prosegue. E' stato fermato anche un treno che portava merce da Novi Ligure nel tentativo di spedirla via mare ai clienti. Da quanto si apprende, la proposta di mediazione annunciata, ovvero di cassa integrazione per tutti i mille lavoratori con due settimane di lavoro al mese assicurate a tutti, sarebbe stata formalizzata in maniera diversa.
La Fiom però avverte: "Non accetteremo alcuna proposta di cassa integrazione a rotazione generica, vogliamo garanzie. Se il clima è quello che ho visto al tavolo nazionale, non mi aspetto alcuna volontà di mediazione. E, allora, non potremo fare altro che proseguire la protesta, come ha deciso di fare Novi Ligure". Il sindaco della citàà alessandrina, Gian Paolo Cabella, nel corso della videoconferenza ha ricordato l'importanza dello stabilimento per l'intero territorio del Novese e la necessità che si faccia tutto il possibile a salvaguardia dei livelli occupazionali.
"Purtroppo mi è sembrato di avvertire da parte della proprietà un atteggiamento poco coerente con il momento storico che il Paese sta vivendo. Al di là delle ore di cassa integrazione, che di fatto rientrano (o dovrebbero rientrare) nella normale dialettica tra sindacato e azienda, quello che mi preoccupa veramente è non avere certezze sulla prospettiva. In questi momenti è giusto far sentire la voce preoccupata di una comunità unita e fare in modo che questa preoccupazione sia fatta propria da Regione e Provincia. Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti per farla arrivare al Governo centrale, affinché si adoperi per allontanare il timore di un disastro economico e sociale".
"Soprattutto nella vicenda cassa integrazione si è assistito a un atteggiamento schizofrenico dell'azienda che inizialmente ci chiedeva la cassa integrazione. Nel periodo di emergenza sanitaria la osteggiava per poi richiederla alla fine dell'emergenza. Siamo consapevoli di un calo globale della domanda di acciaio ma non si possono concentrare gli sforzi su un piano industriale che, a detta dell'azienda, sarà presentato tra 10 giorni ma vanno riprese con vigore le opere di ambientalizzazione, messa a norma degli impianti e rilanciare i reparti produttivi", ha commentato la Fim Cisl.