L'assessore Giampedrone: "Il governo ci ha chiesto la disponibilità e abbiamo detto sì"
App Immuni, pubblicato il codice sorgente: Liguria pronta alla sperimentazione
by Andrea PopolanoGENOVA - "Il governo ha chiesto alla Liguria di essere una delle regioni campione su cui sperimentare la app 'Immuni' e la regione ha dato la sua disponibilità". L'assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone conferma che tra le regioni italiane su cui potrebbe partire a breve la sperimentazione dell'applicazione che il governo sta mettendo a punto per gestire la nuova fase dell'emergenza coronavirus c'è anche la Liguria.
"Avremo un confronto oggi con il governo e cercheremo di capire bene il suo funzionamento, come deve essere applicata nei confronti dei cittadini e anche quale tipologia di test sierologici devono essere fatti per poterla fare funzionare. Ma è chiaro che deve trattarsi di una scelta del cittadino su base volontaria" precisa ancora Giampedrone. E' proprio questo uno dei temi centrali della nuova applicazione, senza i test non servirebbe, di conseguenza per poter monitorare al meglio la situazione contagi servirebbero dei test a tappeto o comunque un'alta partecipazione dei cittadini.
"L'app sarà disponibile tra 10-15 giorni, per i primi di giugno - ha detto Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute - . L'app rientra in una riorganizzazione della medicina territoriale e della medicina preventiva, è un tracing importantissimo e quando sarà attivo darà ulteriori informazioni su tracciamento e diffusione della malattia".
Nel frattempo il ministero dell'Innovazione ha pubblicato su Github il codice di Immuni, la app di contact tracing scelta dal governo italiano per raccogliere dati utili al contenimento del coronavirus. Come anticipato nelle scorse settimane dal ministro Paola Pisano, il codice dell’applicazione (sia per iOS sia per Android), sviluppata dalla startup milanese Bending Spoons, è stato reso disponibile in rete.
Per quanto riguarda il suo funzionamento i dettagli sono ancora da chiarire, ma in linea di massima dovrebbe funzionare così: quando una persona risulta positiva al Covid-19, attraverso una procedura guidata insieme al personale sanitario potrà associare questa informazione agli pseudonimi con cui il proprio telefonino si è interfacciato agli altri nei quattordici giorni precedenti. Quindi partirà il tracciamento dei contatti avuti in quei giorni e quando gli altri smartphone si collegheranno al database centrale e troveranno un abbinamento con un dispositivo con cui sono entrati in contatto, invieranno una notifica di allerta per avvertire di un possibile contatto a rischio.
Da più parti dal governo è arrivata la rassicurazione che non saranno specificati né l'identità del soggetto risultato positivo, né il luogo dove è avvenuto il contatto, questo appunto per preservare la privacy. L'obiettivo è cercare di farla partire il prima possibile, almeno in coincidenza con la riapertura delle 'frontiere' delle regioni prevista al momento per il 3 giugno anche se la decisione definitiva verrà presa ia livello governativo il 29 maggio quando verrà fatta un'analisi della situazione sanitaria di ogni singola regione, tra quelle che rischiano di trovarsi ancora i confini sbarrati c'è la Lombardia.
Di fatto la prima opzione voleva che la app partisse in coincidenza con la ripresa della circolazione libera delle persone all'interno della regione e la conseguente ripresa della maggior parte delle attività lavorative, così non è stato. "Il ritardo è dovuto evidentemente al governo che ha dovuto lavorare a un app molto complessa e delicata" precisa ancora Giampedrone. Ora la nuova data indicata è per i primi di giugno, massimo la prima decade poi dovrebbe diventare realmente operativa. Ma tra i temi da risolvere c'è come detto anche quello della tipologia di test sierologico considerato valido, sono infatti diversi i test disponibili sotto questo aspetto e bisogna anche considerare che gli stessi test sierologici hanno affidabilità diverse ma con un tasso di errore variabile ma ancora alta.