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Scuola, il concorso per i precari sarà dopo l’estate e non a quiz

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È stato chiuso questa notte, nella maggioranza, l’accordo sul Decreto scuola. Intanto il Comitato scientifico del Miur sta valutando le nuove norme per un rientro a scuola in sicurezza

Il concorso per i precari ci sarà, ma sarà dopo l’estate e non a crocette: si farà una prova scritta, con modalità ancora da definire: è stato chiuso questa notte, nella maggioranza, l’accordo sul Decreto scuola. Intanto, i 32 mila docenti di scuola media e superiore entreranno in cattedra a tempo determinato in base alle graduatorie d’istituto, che dovranno essere aggiornate, e saranno a disposizione della scuola dal primo settembre. La decisione di escludere il quiz a risposta chiusa, spiega il governo, «permette di combattere il precariato garantendo la meritocrazia».

«Vogliamo ridurre il precariato per dare più stabilità alla scuola e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito», ha spiegato la ministra Azzolina. «Abbiamo 78 mila insegnanti da assumere nel primo e secondo ciclo fra concorsi ordinari e concorso straordinario. Sono numeri importanti e dobbiamo fare presto. Anna Ascani, viceministra all’Istruzione, ha aggiunto: «La soluzione trovata ci convince perché va nella direzione auspicata. Il Partito democratico non voleva una sanatoria e non abbiamo mai sostenuto che si potesse entrare a scuola senza una forma di selezione. Noi pensavamo che le crocette non fossero un sistema di selezione adeguato e la pandemia ha cambiato tutto il quadro. Con i precari e i sindacati volevamo cambiare un concorso-lotteria e ci siamo riusciti, ora guardiamo a settembre».

Le regole per il rientro a scuola

La distanza rimane la prima regola da seguire, sia nella scuola primaria che in quella secondaria. Il Comitato scientifico del Miur sta valutando le nuove norme per un rientro a scuola in sicurezza, da settembre: si parla di ingressi scaglionati ogni mezz’ora, a piccoli gruppi, per evitare assembramenti, di mascherine obbligatorie, di un metro o due di distanza tra un banco e l’altro e di riproporre le stesse regole di sicurezza dei ristoranti anche in mensa. Il comitato scientifico ha deciso di rendere obbligatorie le mascherine sia per gli insegnanti che per gli studenti: gli unici a non doverle indossare sarebbero i bambini delle scuole dell’infanzia. Le mascherine si potranno abbassare durante le interrogazioni, ma a quel punto tra studenti e insegnanti dovrà esserci una distanza di almeno due metri. Non ci sarà bisogno di indossare i guanti ma dovrà essere garantita un’igienizzazione costante. Il sottosegretario al Miur Anna Ascani non esclude nemmeno che possa concretizzarsi il progetto spiegato dal Ministro Azzolina, che prevede metà studenti in classe e l’altra metà a lezione da remoto. Ma solo per gli studenti delle superiori.