Lavorare quattro giorni a settimana, per la Nuova Zelanda è la via d'uscita dalla crisi

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Offtime, per ignorare chi vogliamo
È una delle app più complete per gestire le risposte automatiche. Permette di impostare risposte non solo alle mail, ma anche alle chiamate o ai messaggi di persone che possono aspettare. Grazie a una gestione dei filtri molto semplice, possiamo scegliere quali persone possono contattarci (magari i familiari, gli amici e il capo) e quali altre piattaforme social silenziare. Se durante la vacanza non resistiamo alla curiosità, possiamo scorrere l’area notifiche per visualizzare tutte le chiamate e i messaggi ricevuti quando eravano disconnessi.
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Siempo, per eliminare le notifiche
È un app che apporta due modifiche banali ma efficacissime al nostro cellulare. Uno, elimina o riduce le notifiche. Due, rende la schermata del telefono molto più anonima, priva di ogni appeal e colore, nel tentativo di dissuaderci dall’apertura compulsiva delle varie app mail e/o social.
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Flipd, un lucchetto per il nostro cellulare
È l’app forse più estrema, indicata solo per chi non riesce in altro modo a staccare gli occhi dalla mail e dal lavoro. Permette di bloccare completamente il cellulare per un determinato periodo di tempo. E una volta attivata, non contempla alcuna retromarcia. Neppure un riavvio dello smartphone è capace di disattivarla.
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Nuzzel, per rivedere cos’hanno postato gli amici
Avete paura di perdervi i link postati dai vostri colleghi e «guru» sui social durante le vostre vacanze? Nuzzel è uno strumento che raccoglie tutti i link condivisi in un unico feed, che potrete rileggere al vostro ritorno dalle ferie.
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Moment, per godersi il momento in famiglia
L’app vi permette di usare determinati programmi per un numero di minuti al giorno che voi stessi programmate. Superato il limite, vi manda una notifica e vi rende l’utilizzo di quelle app più «sofferto», grazie a notifiche che vi fanno sentire in colpa. Moment può essere utile per riconciliarvi con tutta la vostra famiglia, visto che potrete visualizzare le statistiche anche degli altri cellulari che vi danno l’autorizzazione.
5 app per staccare dal lavoro e godersi le vacanze

La premier neozelandese propone di lavorare meno giorni per uscire dalla crisi e rilanciare il turismo, una proposta che c'è già anche in altri Paesi

L’ultima a parlarne è stata la premier neozelandese Jacinda Ardern, ma l’idea circola da tempo ed è stata applicata da aziende importanti: lavorare quattro giorni a settimana anziché cinque. Secondo la ricetta della Nuova Zelanda avere ferie aggiuntive e una settimana lavorativa di quattro giorni servirebbe per rilanciare l’economia dopo le settimane di stop per il coronavirus.

«In un momento eccezionale vanno prese in considerazione idee straordinarie», ha detto la premier. Nulla va escluso.

La scelta di limitare i giorni lavorativi aumentando le ferie servirebbe da stimolo per il settore turistico.

Anche in Italia, al momento dell’elaborazione del decreto rilancio si è parlato di una possibile riduzione dell’orario lavorativo, a parità di stipendio, per continuare a lavorare tutti nell’inevitabile crisi portata dall’epidemia. Addio alle 40 ore lavorative, senza però toccare il salario e trasformando le ore extra in percorsi formativi.

La proposta della ministra Catalfo è rimasta tale, ma ci sono esperienze nel mondo che raccontano di settimane corte. Sono aziende, ma anche accordi che valgono per intere categorie. Le 40 ore settimanali italiane sono già state salutate in mezza Europa. In Olanda la settimana lavorativa è di 4 giorni con circa 29 ore di lavoro settimanali, la Norvegia è a 33 ore di lavoro a settimana, con 21 giorni di ferie pagate e 43 settimane di congedo parentale.

In Danimarca ci sono contratti che prevedono 33 ore a settimana. Si sta anche studiando, per gli uffici municipali di Copenhagen, una settimana lavorativa di 30 ore. Sono le aziende private ad aver sperimentato la riduzione dell’orario settimanale in Svezia. La Toyota, a Göteborg, ha turni di 6 ore, che hanno portato a un miglioramento degli utili.

Non è questione solo del Nord Europa, regno del welfare. Persino gli stacanovisti giapponesi hanno provato con successo l’orario ridotto. Microsoft Japan ha sperimentato la settimana lavorativa breve: solo quattro giorni in ufficio, dal lunedì al giovedì, senza ridurre la retribuzione. Il risultato è stato un enorme salto in alto nella produttività: dall’analisi delle vendite per dipendente, è risultato che i lavoratori sono stati quasi il 40% più produttivi durante l’agosto delle settimane lavorative brevi che nello stesso mese dell’anno precedente.

Perpetual Guardian, società di gestione immobiliare neozelandese, ha ottenuto stessa produttività, ma livelli di stress ridotti per i dipendenti, con la settimana lavorativa corta. Fra gli obiettivi di chi la sceglie c’è anche il risparmio dei costi e, visto il successo dello smart working negli ultimi mesi, la soluzione per ripartire potrebbe essere proprio una forma di lavoro ibrida.