Tre nuovi rapporti Covid dall’Iss: diagnostici in vitro, malattia di Kawasaki e call center operatori

La raccolta di rapporti ISS dedicati alle indicazioni epr gli oepratori sanitari (ma non solo) impegnati nell'emergenza Covid si arricchisce di altri 3 report (in tutto ne sono stati editati finora 30). Questa volta si parla di dispositivi diagnostici in vitro per Covid, di malattia di Kawasaki e sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adolescenziale e di come gestire l’intervento telefonico di primo livello per l’informazione personalizzata e l’attivazione dell’empowerment della popolazione. VAI ALLO SPECIALE CON TUTTI I RAPPORTI

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- Il primo è il Rapporto n. 28 riguardante i "Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 1: normativa e tipologie. Versione del 18 maggio 2020".
 
Realizzato dal Gruppo di Lavoro ISS Test Diagnostici COVID-19 e Gruppo di Lavoro ISS Dispositivi Medici COVID-19 sottolinea che i dispositivi diagnostici in vitro (IVD) rappresentano strumenti essenziali per un’efficace gestione dell’epidemia di COVID-19.
 
È tuttavia cruciale comprendere appieno quali informazioni possano fornire i differenti test disponibili sul mercato e quale livello di prestazioni mostrino. Questi aspetti hanno infatti notevole impatto sull’identificazione delle persone con infezione in corso e sul monitoraggio del decorso clinico e, quindi, sul controllo della pandemia. Il 15 aprile 2020 la Commissione Europea ha pubblicato le linee guida sui dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19.
 
Nel presente rapporto vengono diffusi i contenuti relativi (i) agli aspetti normativi che regolano l’uso e la commercializzazione degli IVD per COVID-19 in Italia e nei paesi dell’Unione Europea e (ii) alle diverse tipologie di IVD che possono essere rinvenute sul mercato.

 
Il secondo Rapporto è il n. 29 e contiene "Indicazioni ad interim su malattia di Kawasaki e sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adolescenziale nell’attuale scenario emergenziale da infezione da SARS-CoV-2. Versione 21 maggio 2020".
 
Il documento è stato curato dal Gruppo di lavoro ISS Malattie Rare COVID-19 e parte dalal constatazione che le evidenze scientifiche disponibili ad oggi indicano che l’infezione da SARS-CoV-2 si manifesta nei pazienti pediatrici con un andamento clinico con una letalità molto bassa (0,06% nella fascia di età 0-15 anni).
 
Tuttavia, recenti pubblicazioni europee e statunitensi descrivono una sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adoloscenziale, associata a positività per il SARS-CoV-2 o presenza di anticorpi anti SARS-CoV-2, il cui preciso inquadramento nosologico è attualmente in corso. Questa sindrome sembrerebbe condividere alcune caratteristiche cliniche, un’aberrante risposta infiammatoria, alcune opzioni terapeutiche (immunoglobuline, steroidi, farmaci anticitochinici) con la MK.
 
Da questa però si distinguerebbe per altre peculiarità, rappresentate da maggiore età dei soggetti colpiti, interessamento multisistemico grave, prevalente interessamento miocardico e/o gastrointestinale. Il documento evidenzia che, al momento, pur in assenza di una definizione di caso condivisa a livello europeo, sia plausibile una correlazione fra infezione da SARS-CoV-2 e insorgenza della sindrome, pur in presenza di evidenze limitate del nesso di causalità.
 
Sottolinea inoltre l’assenza di forti evidenze epidemiologiche di un incremento dell’incidenza della MK, l’assenza di aumentato rischio di recidiva della malattia, l’assenza di aumentata suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2 in pazienti con pregressa MK durante la pandemia COVID-19.
 
Il terzo è il Rapporto n. 30 contenente "Indicazioni sull’intervento telefonico di primo livello per l’informazione personalizzata e l’attivazione dell’empowerment della popolazione nell’emergenza COVID-19. Versione del 24 maggio 2020".
Il documento è stato curato dal Gruppo di lavoro Salute mentale ed emergenza COVID-19 e prende spunto dal fatto che nella pandemia da COVID-19 i professionisti sociosanitari del territorio stanno utilizzando il telefono con diverse finalità: fornire informazioni; garantire assistenza sanitaria a distanza; condurre indagini epidemiologiche e offrire sostegno psicologico per la popolazione generale e per le persone con disabilità e disturbi psichiatrici.
 
Il presente rapporto intende evidenziare l’importanza della Rete territoriale e del coordinamento tra Servizi e professionisti coinvolti nelle iniziative di comunicazione condotte attraverso telefoni dedicati, al fine di collocarle nella cornice di un piano di comunicazione e azione integrato. In particolare vengono fornite indicazioni sulla conduzione di un intervento telefonico di primo livello per l’informazione personalizzata e per l’attivazione dell’empowerment della popolazione generale, basato su una prestazione professionale che integri competenze tecnico-scientifiche e competenze di base del counselling.