Il Milan pensa ad un uomo mercato per lo scout nazionale. Bakayoko: tra voglia di tornare e tagli da fare. Biglia al passo d'addio
by Pietro MazzaraNon è ancora finita la stagione e sembra di essere tra fine luglio e agosto, quando i nomi del mercato escono a iosa, innumerevoli e tutti con un minimo fondo di verità. Qualcuno su Twitter, ogni sessione, li segna tutti con tanto di fonti primarie ed è oggettivamente simpatico rileggerli in colonna. Ma a questo giro di giostra, non basteranno dieci tweet per elencarli tutti. Il Milan si sta muovendo, con Moncada e Almstadt, per iniziare l’operazione ringiovanimento-abbattimento dei costi. Di certo c’è che il loro attivismo è evidente, le relazioni dei giocatori sono state fatte, ma per chiudere ci vorrà ancora del tempo. Di certo c’è che i rossoneri non sono per nulla fermi e non è da escludere che, per impostare un certo lavoro sullo scouting interno, non venga presa una figura che operi, con pieno mandato, anche sul mercato italiano degli Under 23.
Ma la notizia degli ultimi giorni è quella relativa a Timoué Bakayoko. Il ragazzo, che ci è rimasto male la scorsa estate quando ha capito che Milan e Chelsea non avrebbero trovato l’accordo per il suo riscatto, vorrebbe tornare in rossonero. Ma ci sono diversi ostacoli. Il primo è quello dello stipendio, dove Baka dovrebbe prendere la cesoia e tagliarsi la metà del compenso che gli viene garantito dal club londinese, ovvero 6,5 milioni. E poi il costo del cartellino. Il Chelsea è diventato venditore assai duro con cui sedersi al tavolo, anche perché la zarina Marina non fa sconti nemmeno nelle date dei saldi. Solo una spinta vera da parte del giocatore potrebbe aprire lo spiraglio per il ritorno, ma di concreto – ad oggi – ci sono i segnali che ha fatto filtrare a qualche amico a Milano e al suo entourage. Da qui a dire che c’è una trattativa aperta ce ne passa.
Lucas Biglia è al passo d’addio. L’argentino andrà in scadenza di contratto al termine di questa stagione e non gli verrà rinnovato. Sono 5 milioni lordi che il Milan non avrà più sul groppone del suo monte stipendi e prosegue così la fase di smantellamento di quei giocatori, arrivati sotto la gestione cinese, che hanno appesantito i conti con stipendi fuori logica e con ammortamenti annuali che li hanno resi invendibili nel corso delle finestre di mercato.
In conclusione, nel giorno in cui riprendono gli allenamenti e dove gli interisti ci ricorderanno la finale di Istanbul (esiste? Cos’è successo? Non ricordo…) un pensiero alla vicenda della panchina rossonera. Stefano Pioli può piacere come non può piacere, ma siamo davanti ad un ottimo professionista che sapeva a cosa andava incontro. Sa dove ha sbagliato e dove ha fatto bene. Probabilmente sa anche di essere di passaggio, ma se il Milan e la sua proprietà stanno cercando di chiudere con Rangnick, allora la cosa migliore da fare – nel pieno rispetto di tutti e della programmazione societaria – è quella di prendere il tedesco e metterlo quanto prima in panchina. Perché allenare una squadra sapendo che sei a fine mandato e che stanno già lavorando per un altro non deve esser facile.