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Roma, mercati settimanali: «Stop alle aperture». Ferma Porta Portese `

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Per il momento quelli che sono tornati a operare si contano sulle dita delle mani, complice l'assenza di progetti su come garantire la sicurezza e i distanziamenti sociali per gli utenti. Anche Porta Portese resta orfana di clienti e per i mercati saltuari della Capitale - ovvero quelli che si svolgono una volta a settimana o due volte al mese - la strada è in salita.
Nella Capitale ce ne sono 74, divisi per l'appunto in settimanali o bisettimanali, per un totale di oltre 4 mila posteggi commerciali. Alcuni, organizzandosi per tempo hanno già predisposto doppi percorsi, distanziamento tra i banchi, gel disinfettanti a disposizione dei clienti e protezioni individuali per gli operatori. Rispondendo in questo modo alle linee guida della Regione Lazio e comunicando l'organizzazione degli spazi all'amministrazione capitolina che, sempre su mandato della Regione, deve prevedere «idonee misure logistiche, organizzative e di presidio per garantire accessi scaglionati in relazione agli spazi disponibili per evitare il sovraffollamento dell'area mercatale ed assicurare il distanziamento sociale».

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Alcune realtà d'accordo con il Comune sono partite. Si tratta, ad esempio, dei mercati di via Seminara in Municipio VII, di via Simone Martini a Grottaperfetta (conosciuto come il mercato del Serafico) e quello di viale del Caravaggio in VIII Municipio. C'è anche il mercato di piazza Ormea a Casalotti in Municipio XIII, via Bonichi ad Acilia e via Pietro Desiderato a Ostia. Per gli altri invece serviranno ancora dei giorni perché i progetti, le planimetrie, l'organizzazione degli spazi da concordare anche insieme ai Municipi e alla polizia locale non sono arrivati al dipartimento Attività produttive.
I NODI
Gli ambulanti recalcitrano e accusano il Campidoglio di richiedere disposizioni «Troppo restrittive - dice Valter Papetti, presidente Fiva - È vero che i Comuni possono prevedere specifiche misure logistiche, ma questo non può trasformarsi in un carico burocratico. Perché gli operatori devono produrre scartoffie per le quali, tra l'altro, sono praticamente obbligati a rivolgersi a un professionista, geometra o architetto che sia?».

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La replica del Campidoglio è molto chiara: «I mercati saltuari - spiega l'assessore al Commercio Carlo Cafarotti - sono tenuti alla stregua di quelli rionali a disporre gli spazi in modo tale da garantire la sicurezza. Abbiamo avuto un incontro con le associazioni qualche giorno fa e abbiamo suggerito di coordinare il lavoro con i Municipi e i vari gruppi della polizia locale per arrivare a presentare dei progetti che non sono inderogabili ma necessari». In questi mercati, proprio come accade per quelli rionali, le corsie ad esempio devono essere a senso unico, deve essere usata la segnaletica per i clienti e i banchi devono garantire una maggiore distanza. Motivo per cui considerati gli spazi pubblici qualche banco potrebbe saltare. Sempre il Comune può decidere di allargare le superfici laddove possibile «ma prima dobbiamo ricevere i progetti su cui lavorare, in alcuni casi sono già arrivati - conclude Cafarotti - e gli esercenti sono tornati a lavoro». Discorso a parte per lo storico mercato domenicale di Porta Portese chiuso ormai dall'inizio del lockdown. Questa settimana i mercatali presenteranno il progetto all'amministrazione e già nel primo fine settimana di giugno potrebbero tornare a lavorare.