Roma, il futuro è sempre meno sudamericano: tradizione invertita, ecco gli europei
Forse ha ragione lo scrittore Ammaniti: «Nelle fini le cose si devono sempre, nel bene o nel male, mettere a posto». Anche per la colonia sudamericana presente ora a Trigoria, il discorso non fa difetto. Perché se è vero che nei piani per la nuova stagione, Perotti, Pastore, Fazio, Jesus, Peres e Fuzato non sono contemplati, bisognerà comunque trovare con loro un’intesa. Non facile visti alcuni ingaggi, i costi al bilancio che rappresentano e la volontà dei diretti interessati. Si salva, per ora, Ibanez ma soltanto perché acquistato a gennaio.
COLONIA DA SALUTARE
Chi girato magari in prestito (Fuzato), altri invece ceduti perché non rientrano più nei piani di Fonseca. Per problemi fisici (Perotti e Pastore) o per questioni tecnico-tattiche (Jesus, Peres e Fazio). A suo modo, sarebbe l’ennesima rivoluzione. Perché anche nell’era Usa, brasiliani e argentini hanno sempre caratterizzato le rose giallorosse. In totale sono stati 63, una media di 7 a stagione con l’apice toccato nella stagione 2012-13. Zeman se ne ritrovò addirittura 12 in squadra: Goicoechea, Julio Sergio, Burdisso, Dodo, Castan, Marquinhos, Piris, Lucca, Lamela, Marquinho, Taddei, Nico Lopez e Osvaldo, argentino naturalizzato italiano. Ora Fonseca ne ha la metà che ‘pesano’ però sul monte-ingaggi addirittura di più. Una zavorra della quale a Trigoria intendono liberarsi. Anche perché i costi sono divenuti ormai insostenibili: la Roma, secondo uno studio dell’Uefa, vanta il quindicesimo monte stipendi d’Europa con l’83% delle entrate complessive destinato ai costi del personale (ora la rosa è di 28 elementi, l’obiettivo è ridurla a 23). Analizzando gli stipendi dei calciatori in questione non si fatica a crederlo. Il solo Pastore (11 gare da titolare in 2 anni) guadagna 4,5 milioni (che lordi diventano 7,9) e ha un contratto sino al 2023. A ruota Perotti (2,7), Jesus (che non viene impiegato dal 25 settembre, 2,3), Fazio (2,2) e Peres (1,8). Ingaggi che spesso e volentieri hanno ostacolato i trasferimenti verso altre squadre. Il rischio, dopo la pandemia, che il problema possa ripresentarsi è dietro l’angolo. Il caso emblematico è Pastore. Oltre allo stipendio fuori budget, l’argentino grava ancora per 15,4 milioni sul bilancio. E di far le valigie, nonostante le lusinghe del Miami, non ci pensa minimamente: «Vorrei terminare i tre anni che mi restano alla Roma nel modo migliore possibile e poi tornare in Argentina». Anche Jesus la pensa in modo simile: «A Roma mi sento a casa, vorrei rimanere ancora per tanti anni». Ora «tanti anni» appare improbabile. Ma se punta i piedi, come ha fatto finora, sino a giugno del 2021 non lo smuove nessuno.
LIBERA TUTTI
Intanto dopo aver ottenuto i chiarimenti richiesti dalla commissione medica della Figc, la Roma tornerà ad allenarsi in gruppo questa mattina. Domani è prevista una doppia seduta. Il ritorno alla normalità procede a piccoli passi.