Distribuzione Android 10: il punto a 10 mesi dall'uscita
by FrancescoAndroid 10 non si sta diffondendo rapidamente quanto il suo predecessore, l'ultimo a includere formalmente un dolce nel nome. A 10 mesi dalla presentazione da parte di Google, Android 9 Pie aveva il 10,4% di share, mentre Android 10 si ferma all'8,2%. I dati sono presi da fonte ufficiale, vale a dire Android Studio: è importante ricordare che ora Google non pubblica più i suoi famosi grafici mensili , ma i dati sono ancora presenti sul tool per sviluppare app e giochi sulla piattaforma. I colleghi di Android Authority li hanno raccolti e incrociati fornendoci una panoramica completa sulla situazione attuale.
Il rallentamento di Android 10 sembra un dato in controtendenza con la diffusione di Project Treble, il cui scopo sarebbe semplificare il lavoro di rilascio degli aggiornamenti da parte dei produttori. Tuttavia, ci sono anche molteplici fattori esterni da calcolare, principalmente di mercato e di maturità della piattaforma. Per farla breve: si vendono meno smartphone nativi Android 10 rispetto a quelli nativi Android 9 che si sono venduti l'anno scorso.
Basta citare l'esempio più illustre: si dice che la famiglia Galaxy S20 abbia venduto nel complesso il 40% di quanto ha fatto Galaxy S10. Ma più in generale, il mercato è passato dalla stagnazione ad una crisi conclamata, causata dalla pandemia. La vita media degli smartphone si allunga, perché la qualità è tale da non richiedere un upgrade ogni anno. Ai tempi di Jelly Bean il settore era in pieno boom, sempre più persone compravano il loro primo smartphone, e le differenze tra la nuova generazione e quella rilasciata semplicemente un anno prima erano molto più marcate.
Per capire davvero l'efficacia di Treble bisogna guardare la curva di adozione post-Lollipop: è in costante declino fino al "disastro" Oreo - prima versione dell'OS con supporto ufficiale a Treble. Gli smartphone nati con Oreo, in poche parole, sono stati aggiornati molto più facilmente a Pie rispetto a quelli nativi Nougat. La contrazione di Android 10 si può spiegare un po' con la saturazione del mercato, e probabilmente anche con la pandemia da coronavirus. I dati di Android Studio sono aggiornati ad aprile, quindi ancora non sono indicativi degli effetti completi della crisi sanitaria, ma è facile immaginare che tra quarantena e chiusure forzate anche lo sviluppo degli aggiornamenti software sia stato rallentato, almeno un po'.
L'ultimo grafico è interessante perché ci permette di capire se effettivamente la distribuzione degli aggiornamenti si è velocizzata con il passare degli anni. Ovvero: quanti giorni sono passati dal rilascio del codice sorgente da parte di Google all'effettivo arrivo dell'aggiornamento sugli smartphone? Salvo qualche eccezione, questo valore scende significativamente un po' per tutti. Per esempio, sui Galaxy S siamo passati dai 259 giorni di Nougat agli 86 di Android 10, per Nokia da 236 giorni ad appena 36, OnePlus da 131 a solo 18.
Android rimane una piattaforma molto frammentata variegata, ed è fisiologico: tecnicamente Google non rilascia un sistema operativo vero e proprio, solo il codice sorgente che i produttori devono adattare, testare, compilare e distribuire. È molto difficile immaginare uno scenario "alla Apple" in cui tutti gli smartphone compatibili ricevono la patch entro un paio di settimane. Ma è anche utile sapere che gli sforzi di Google stanno producendo qualche risultato positivo.