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Renzi provoca: "Cacciami". E Conte: "Non penso a un ter"

Il premier smentisce le voci su un terzo incarico: "Penso al programma". Ma con Renzi è ancora alta tensione

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"Ho una responsabilità di governo, sono andato davanti al Parlamento e a cittadini per chiedere la fiducia per realizzare un programma. Secondo voi sarebbe normale lavorare a un Conte-ter?". Così Giuseppe Conte smentisce i rumors circa un possibile terzo incarico come presidente del Consiglio, sostenuto da una nuova maggioranza priva di Italia Viva e Matteo Renzi, ormai in rotta sia col premier sia con Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Leu.

A margine della presentazione del Piano per il Sud a Gioia Tauro, il premier ha aggiunto: "Sono qui per realizzare il programma per il quale ho chiesto la fiducia al Parlamento e ai cittadini. Un Conte-ter? Orizzonti futuri non mi appartengono". Dunque, ha così continuato: "La politica che ci piace offre un lavoro di squadra, un lavoro operoso ed un impegno sincero ed autentico che non si fa distrarre dalle polemiche, che offre leale e piena collaborazione". Parole che hanno un destinatario chiaro: l'ex rottamatore. Renzi ha infatti deciso di "rompere" con l'esecutivo sulla prescrizione, ma è sembrato più un pretesto che altro.

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Il premier: "Non penso al Conte ter"

L'inquilino di Palazzo Chigi ha poi lasciato partire un'altra frecciata all'alleato: "Non personalizziamo, io non ho problemi con Renzi come con altri leader, ma non li avrò mai. Se devo lavorare per realizzare un programma di governo è una sfida così importante, una tale responsabilità politica e morale che lo realizzerei mettendo da parte personalismi, simpatie e antipatie. Con chiunque. Io sono portato a guardare il bene comune…". Difficile però credergli fino in fondo: non sembrano esservi più i margini per ricucire con i renziani.

Precedentemente, infatti, il fondatore e leader di Iv si era lasciato andare a una provocazione frontale, invitando sostanzialmente Conte a tagliarlo fuori dalla maggioranza: "L'Italia rischia una crisi economica devastante, il governo deve cambiare passo. Se il Premier vuole cacciarci, faccia pure: è un suo diritto! E Conte è il massimo esperto nel cambiare maggioranze. Se invece vogliono noi, devono prendersi anche le nostre idee. Alleati, non sudditi". Infine, Renzi aveva così rincarato la dose: "Trovo il tono di Conte sbagliato, ma ai falli da dietro del premier rispondiamo senza commettere falli di reazione". Non proprio parole distensive, ecco. E il governo giallorosso, ormai in tensione perenne, torna così a vacillare pericolosamente.