Salò: Benito Mussolini resta cittadino onorario, anche la Lega vota contro la revoca
Il consiglio comunale di Salò, città dalla quale prese il nome la Repubblica Sociale Italiana, ha deciso di mantenere attiva la cittadinanza onoraria per Benito Mussolini. Bocciata la mozione presentata da tre consiglieri della minoranza. Insieme alla maggioranza ha votato anche la Lega
Benito Mussolini resta cittadino "onorario" di Salò. La mozione che chiedeva di revocare l'onorificenza al Duce, attribuita nel 1924 da una Commissione guidata dal commissario prefettizio Salvatore Punzo, nominata dallo stesso Governo Mussolini dopo avere sciolto il consiglio comunale salodiano di allora, non è passata. Come riporta il Giornale di Brescia, ieri, nel consiglio comunale della città che diede il nome alla Repubblica Sociale Italiana, la mozione è stata respinta con 14 voti contrari e 3 favorevoli.
Contro la revoca hanno votato i 12 consiglieri della maggioranza della lista "Progetto Salò", guidata dal sindaco Giampiero Cipani, ex Forza Italia eletto con una lista civica di centrodestra, e le 2 esponenti del gruppo di minoranza "Insieme per Salò", Marina Bonetti e l'europarlamentare della Lega, Stefania Zambelli.
Ritenendo la mozione "strumentale e anacronistica", i consiglieri di "Progetto Salò" hanno spiegato su facebook che - oltre a non essere possibile per questioni tecniche ("Qualsivoglia onorificenza pubblica non può essere revocata post-mortem) - revocare la cittadinanza "serve solo a rimestare sentimenti di odio e rivalsa nocivi alla pacifica convivenza civile della nostra Comunità. Solo un amministratore pubblico preoccupato, non tanto del bene pubblico, ma soltanto ed esclusivamente del rischio di perdere qualche consenso, voterebbe a favore di questa mozione. L'unico modo per debellare l'ideologia sbagliata del Fascismo è dimostrare con i fatti che la nostra idea di Stato, liberale e democratico, è quella giusta. Per farlo bisogna lavorare seriamente, ascoltare pazientemente anche chi non la pensa come noi e convincerlo con le opere e l'esempio della bontà delle nostre idee. Mortificare l'avversario vinto, infierire su di lui, non lo elimina, ma lo rigenera. Se la cittadinanza venisse revocata oggi, 90 anni dopo, non avrebbe senso e rischierebbe di fare dimenticare gli errori del Ventennio fascista. La storia invece è memoria e non può essere cancellata".
Favorevoli alla revoca, invece, i tre consiglieri del gruppo "Salò Futura", che ha presentato la mozione: Giovanni Ciato, Francesco Cagnini e Manuela Zaminato.