Vitalizi, M5s in piazza per difendere taglio. D’Uva: “Diamo voce a cittadini, è una loro battaglia”
Il Movimento 5 Stelle scende in piazza sabato 15 febbraio per difendere il taglio dei vitalizi e lo fa chiedendo che i componenti della commissione del Senato che dovrà giudicare sulla possibilità di ripristinare l’assegno a vita per gli ex parlamentari non abbiano alcun conflitto d’interessi. L’ex capogruppo pentastellato alla Camera, Francesco D’Uva, spiega a Fanpage.it le motivazioni di una mobilitazione nata “per dar voce ai cittadini”.
by Stefano RizzutiIl Movimento 5 Stelle torna in piazza a Roma sabato 15 febbraio, alle ore 14, per chiedere di mantenere il taglio dei vitalizi e per “dar voce ai cittadini” prima che la commissione chiamata a giudicare sul possibile ripristino degli assegni a vita per gli ex parlamentari prenda una decisione. In vista della manifestazione di domani, Francesco D’Uva, ex capogruppo pentastellato alla Camera e ora questore di Montecitorio, spiega a Fanpage.it le motivazioni che hanno spinto i 5 Stelle a scendere in piazza. A partire dalla volontà di manifestare “con i cittadini, per far sentire la loro voce”. Perché, sottolinea D’Uva, quella sul taglio dei vitalizi “è una battaglia chiesta dai cittadini da anni, prima ancora che nascesse il Movimento, contro un privilegio della vecchia politica”. La richiesta del M5s è quella che a giudicare, in questa commissione, siano persone che non abbiano “neanche l’ombra di un conflitto d’interessi”. E ben venga, sottolinea ancora, l’apertura della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che ha chiesto ai componenti della commissione una riflessione.
Perché scendete in piazza domani?
Innanzitutto per protestare contro la composizione della commissione che giudicherà al Senato: non ci devono essere interessi da parte di chi giudica sulla decisione finale. Quella dei vitalizi, poi, è una battaglia lunga, chiesta dai cittadini quando ancora il Movimento 5 Stelle non esisteva e per cui è normale ora scendere in piazza. Noi stiamo scendendo in piazza con i cittadini, per far sentire la loro voce. E non di certo contro il governo, che nulla ha a che vedere con questa decisione. Noi non scendiamo in piazza senza motivo: se qualcuno può incidere da solo, nelle istituzioni, non serve che vada in piazza. Ma in questo caso non è così. Noi vogliamo solo che chi giudicherà non abbia neanche l’ombra di un conflitto d’interessi.
C’è chi vi accusa di scendere in piazza per i vitalizi e trascurare altre questioni più urgenti…
A chi dice ‘con tutti i problemi che ci sono perché scendete in piazza sui vitalizi’ rispondo che fare questa manifestazione, sabato pomeriggio, non significa che l’attività legislativa si sia fermata. L’attività legislativa va avanti e questa si affianca alle altre battaglie che continuiamo a portare avanti.
La scelta di scendere in piazza è una sorta di ritorno alle origini per il Movimento 5 Stelle?
Il Movimento 5 Stelle non è cambiato rispetto alle origini e lo dimostra il fatto che in questa legislatura abbiamo messo in atto il taglio dei vitalizi e il taglio del numero dei parlamentari. I valori sono sempre gli stessi, è cambiata la modalità.
Oggi Casellati invita a una riflessione i componenti della commissione del Senato che giudicherà sui vitalizi…
La Casellati ha parlato di una riflessione, è già una prima apertura e ben venga. Le sue parole dimostrano che non è del tutto assurda, come ha detto qualcuno, la nostra manifestazione. Lei invita a una riflessione, anche se non sono sicuro che basti una riflessione.
La stessa Casellati sostiene, però, che forse il taglio doveva essere approvato tramite una legge e non con una delibera interna…
Non serve una legge, noi siamo convinti che abbiamo fatto bene e la nostra delibera è molto solida. Qualcuno vuole far credere che siamo stati dei mostri, ma non è così, tanto che chi, per esempio, ha una disabilità totale ha avuto un taglio molto ridotto. Con questo provvedimento si sono risparmiati e si risparmiano tanti soldi, la nostra delibera è solida. E 280 milioni di euro di risparmi a legislatura non sono pochi, soprattutto se paragonati agli assegni di chi percepisce una pensione ridicola.
Credete di aver utilizzato, in passato, toni troppi duri nei confronti degli ex parlamentari che percepivano i vitalizi, definendoli anche ‘parassiti’?
Non sono toni che mi appartengono. Poi dire che sono privilegiati coloro i quali ricevono i vitalizi con pochi mesi di attività è un altro discorso, si tratta sicuramente di un privilegio. Altre espressioni, però, non mi appartengono.