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Bufera sul Cpr di Macomer: "Aggressioni? Vogliamo la verità"
Si rincorrono le voci di presunte aggressioni all'interno della struttura, ma dalla Prefettura di Nuoro nessuna conferma
Non si placa la tensione intorno al Cpr di Macomer, il primo Centro in Sardegna di permanenza e rimpatri per i migranti.
Dopo le polemiche sulla sua apertura, adesso si rincorrono le voci su presunti episodi di violenza e aggressioni, mai confermati dalla Prefettura né dalle forze dell'ordine, ma a livello politico monta la polemica.
"La gestione interna del Cpr non compete al Comune ma alla Prefettura", spiega il sindaco facente funzioni Rosanna Ledda.
L'opposizione replica aspramente: "È lei che deve informarsi dalla Prefettura e dire con chiarezza e trasparenza cosa sta succedendo nel Cpr, è un diritto dei macomeresi sapere se hanno in città una struttura che è una polveriera o se le voci che si rincorrono sono infondate - dice Arturo Uleri della lista Uniamoci di Macomer, dimessosi qualche giorno fa insieme al suo collega Daniele Nieddu proprio perché in disaccordo sull'apertura del Centro -. Tutti i giorni si vedono movimenti strani: ieri notte abbiamo sentito un'ambulanza correre all'impazzata verso l'uscita sud nel paese seguita dalle forze dell'ordine. Sono cose che preoccupano, così come ci preoccupa il fatto che da più parti si dice che qualcuno dei migranti è stato rimesso in libertà. Chiediamo al sindaco e al prefetto se queste voci sono vere, le risposte ci sono dovute", chiarisce l'esponente dell'opposizione.
A placare gli animi non è servito neppure il via libera della Prefettura all'istituzione di un organismo di controllo e raccordo con la Regione, il Comune e la società che gestisce il Cpr.
(Unioneonline/D)