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Il governatore delle Marche, Luca Ceriscioli e la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli

Elezioni Marche 2020, Ceriscioli contro i capi Pd. "Sfido Longhi alle primarie"

Il governatore non si arrende e rilancia: devono decidere i marchigiani. La proposta sarà discussa alla prossima direzione regionale del partito

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Ancona, 14 febbraio 2020 - «Non solo non faccio passi indietro. Ma rilancio le primarie di coalizione, anche alla luce del fatto che Sauro Longhi ha dato la sua disponibilità a partecipare". Luca Ceriscioli esce dall’angolo in cui sembrava essere finito dopo il summit di mercoledì sera tra il Pd e gli alleati. E rilancia: "Alla prossima direzione regionale – dice – metteremo ai voti un documento con la richiesta di primarie di coalizione che poi sottoporremo agli alleati per vedere chi ci sta e chi no. E ovviamente sarà coinvolto anche Longhi". Un colpo a effetto, nel giorno in cui molti davano ormai Ceriscioli per spacciato e alcuni – sbagliando – assicuravano che fosse pronto a fare un passo indietro.

Niente di tutto questo, anzi. "È giusto che per le Marche decidano i marchigiani", aggiunge il governatore, con un chiaro riferimento ad Andrea Orlando, il vicesegretario nazionale Pd che, domenica scorsa, durante l’ultima direzione regionale aveva stoppato il voto sulle primarie. Dato importante: nonostante la bufera sulla sua ricandidatura, Ceriscioli ha dalla sua parte la maggioranza del partito, come conferma il fatto che quattro federazioni provinciali su cinque avevano presentato un documento (quello accantonato da Orlando) in cui si proponevano proprio le primarie di coalizione.

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Ma a questo punto, tra gli alleati, chi sarebbe pronto a partecipare? La situazione di partenza è questa: i favorevoli sono Uniti per le Marche (Verdi, Socialisti, +Europa e civici) e Presenza Popolare, il nuovo soggetto civico di centro che fa capo all’assessore regionale Loretta Bravi; contrari, invece, Italia Viva, Articolo 1, e la civica ‘Le Nostre Marche’. Ma nel caso in cui le primarie dovessero diventare realtà, Articolo 1 potrebbe anche decidere di esserci. Poi resta il nodo dei Cinque Stelle, che hanno detto no all’alleanza, ma con i quali si sta cercando di riaprire il tavolo a livello nazionale. E di questo si sta occupando lo stesso Orlando. Peraltro, la parte del grillini che nei mesi scorsi si era spesa a favore dell’alleanza con il Pd, aveva caldeggiato come candidatura unitaria proprio quella di Sauro Longhi.

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L’ulteriore spinta alle primarie ieri è arrivata da Uniti per le Marche: "Confermiamo che l’unico strumento utile a sciogliere il nodo del candidato presidente sono le primarie di coalizione – si legge in una nota firmata da Maurizio Cionfrini (Psi), Gianluca Carrabs (Verdi), Mattia Morbidoni (+Europa) e Massimiliano Bianchini (civici) –. Noi non abbiamo alcuna divisione interna, ma piena comunione di intenti. Stiamo lavorando alla composizione delle liste elettorali che sono quasi al completo, con figure di spicco del mondo civico, ambientalista e progressista. "Il destino del centrosinistra e del buongoverno delle Marche viene prima di ogni destino personale – prosegue la nota –. Dobbiamo lavorare ad una coalizione ampia che non deve in alcun modo dividersi. Al tavolo regionale ogni forza politica ha fatto proposte legittime, ma comunque diverse e quindi solo le primarie di coalizione possono fare la sintesi. Salutiamo positivamente la disponibilità di Sauro Longhi a candidarsi e invitiamo anche altri a proporsi per rendere la competizione più larga e coinvolgente".

In questo contesto caratterizzato da una continua evoluzione, è stato annullato l’incontro fissato per ieri Ceriscioli e Valeria Mancinelli, la sindaca di Ancona che l’altro giorno ha visto il segretario nazionale Nicola Zingaretti e che da molti, dentro e fuori il Pd, è considerata l’alternativa al governatore in grado di dare valore aggiunto per frenare l’avanzata della destra. Resta lei la principale outsider interna al Pd se l’operazione Ceriscioli dovesse fallire.

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