Come pagare meno tasse senza scivolare nell’evasione

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Vessate da un sistema fiscale che mozza il respiro, le società italiane di piccole e medie dimensioni attendono con ansia le scadenze di giugno. Irpef, contributi Inps, saldi e acconti, addizionali regionali e comunali sono solo alcuni spettri che aleggiano alle loro spalle. I titolari di partita Iva si interrogano su come pagare meno tasse, pur rimanendo nell’alveo della legalità e senza dover fronteggiare i titani di Equitalia. D’altronde, l’elevata tassazione del Fisco italiano legittima la ricerca di percorsi alternativi finalizzati alla riduzione degli oneri fiscali.

I consigli del consulente fiscale

Alleggerire la pressione del carico fiscale implica anzitutto una conoscenza dettagliata delle agevolazioni e degli sgravi in materia di Fisco e contabilità. Il titolare di un’impresa non dispone solitamente di questo bagaglio di competenze per cui la prima mossa vincente consiste nella scelta del commercialista. Se vi state chiedendo come pagare meno tasse senza acquisire il titolo onorifico di evasori fiscali dovete affidarvi ad un professionista di fama consolidata.

Risparmiare sui costi delle consulenze fiscali comporta già di per sé perdite a giochi appena avviati. Le scarse competenze di un commercialista hanno ricadute pesanti sul bilancio di un’azienda. I primi suggerimenti di un consulente riguarderanno il regime fiscale da adottare la cui scelta segnerà una netta linea di demarcazione fra vantaggi e inutili tassazioni. Le differenze fra regime forfettario, società di persone e società di capitali sono assai rilevanti ai fini degli obblighi fiscali. Ancor più vantaggiosa, fra i regimi agevolati, la recente flat tax che promette tagli fiscali alle aziende e alle famiglie italiane.

Come pagare meno tasse: le detrazioni più convenienti

Interrogato su come pagare meno tasse il vostro consulente dovrebbe anzitutto condurvi per mano nel mare magnum delle detrazioni previste dal Fisco italiano. Potrebbe caldeggiare anzitutto la sottoscrizione di un piano individuale pensionistico che consentirebbe di dedurre le spese dai redditi imponibili. Ad effetto domino ciò determinerebbe anche una riduzione dell’aliquota Irpef solitamente applicata. La detraibilità è totale nel caso in cui si diventi sponsor di società e di associazioni sportive con innegabili vantaggi per la propria azienda in termini di visibilità. Fra gli altri costi interamente deducibili, al di là di quelli strettamente connessi all’attività, figurano le spese sostenute per le utenze, per i valori bollati, per pc, stampanti, cancelleria. Rientrano anche l’abbonamento a riviste specialistiche, le iniziative pubblicitarie, i voucher, i veicoli aziendali ed eventuali contratti di lavoro temporanei. Oltremodo vantaggiosa infine la detraibilità al 100% per i costi di manutenzione ordinaria dei beni dell’azienda.

Le deduzioni parziali

I costi deducibili in parte riguardano invece l’acquisto di smartphone fino al 50% di Iva se l’uso non è esclusivamente professionale. Quelli sostenuti per alberghi e ristoranti nella misura del 75%, quelli per i corsi di aggiornamento professionale al 50% e quelli per la distribuzione gratuita di prodotti a scopo promozionale.

Investimenti più redditizi

Se l’obiettivo si conferma essere come pagare meno tasse pur solcando le acque della legalità, occorreranno investimenti ad hoc. Potrebbe rivelarsi vincente, e non solo a lungo termine, investire parte delle rendite nell’innovazione tecnologia per ottimizzare tempi e tecniche. Una strumentazione all’avanguardia e attrezzature altamente specializzate potrebbero assicurare standard di produzione in linea  le attuali richieste del mercato, Al contrario, l’investimento sull’ampliamento dell’organico comporta un grande dispendio di energie economiche legate alle esigenze peculiari di ciascun lavoratore.

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