Daniel era un bullo, ora farà l'educatore. Alla sua laurea, anche la pm che lo condannò

"La brutalità è indice di povertà di pensiero. Quando non sai chiamare il dolore e la rabbia con il loro nome ti scateni così, come un animale. Io l’ho capito, e lo voglio spiegare al maggior numero di ragazzi possibile"

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Daniel Zaccaro/Facebook

Daniel Zaccaro ha 27 anni ed è nato a Quarto Oggiaro, quartiere di Milano. Nel suo passato ci sono pestaggi, violenze, bullismo: è persino finito in carcere dopo una rapina. Ora Daniel è cambiato, si è laureato in Scienze della comunicazione e da grande vuole fare l’educatore. Nel suo giorno, ad applaudirlo all’università Cattolica c’era anche la pm del Tribunale per i minorenni che l’ha processato e fatto condannare in tutte le udienze in cui era imputato.

Si legge sul Corriere della sera: 

Negli occhi di quella Pm — severissima e dalla grande umanità — si leggevano orgoglio e soddisfazione. L’ha mandato in galera per il suo bene «prima», ora lo accompagna nelle scuole, per parlare con i bulli e raccontare la sua storia personale. «È una grande vittoria di tutti noi, questa», diceva dandogli una carezza sulla corona d’alloro: «Daniel racconta agli adolescenti come è riuscito a trovare dentro di sé la forza del cavaliere Jedi. Ma io glielo dico sempre, a costo di sembrare pedante: attento a non farti sedurre dal lato oscuro della forza».

Dal 2015, Daniel è stato affidato in prova alla comunità Kayròs di don Claudio Burgio. Parla ai ragazzi nelle scuole, affinché apprendano dai suoi errori.

Oggi, maturo e attento, si guarda indietro. Ragiona sulla violenza che a volte, specie in gruppo, prende il sopravvento. «La brutalità è indice di povertà di pensiero — dice —. È l’espressione di chi non sa comunicare in altro modo. I violenti hanno profondissimi problemi di linguaggio. Quando non sai chiamare il dolore e la rabbia con il loro nome ti scateni così, come un animale. Io l’ho capito, e lo voglio spiegare al maggior numero di ragazzi possibile».