Caso Zaky. Parlamento Egitto: "Da Sassoli inaccettabile ingerenza"
Mercoledì scorso in aula a Strasburgo, il Presidente dell'Europarlamento aveva chiesto l'immediato rilascio dello studente, ricordando "alle autorità egiziane che l'Ue condiziona i suoi rapporti con i Paesi terzi al rispetto dei diritti umani". Direttore Ong: "Illogico trasferire Zaky"
Il presidente della Camera dei deputati egiziana, Ali Abdel Aal, "respinge categoricamente le dichiarazioni del presidente del parlamento europeo" David Sassoli sull'arresto di Patrick George Zaky, definendole in un comunicato "un'ingerenza inaccettabile negli affari interni e un attacco contro il potere giudiziario egiziano". Lo riporta la Mena.
Mercoledì scorso in aula a Strasburgo, Sassoli aveva chiesto l'immediato rilascio di Zaky, ricordando "alle autorità egiziane che l'Ue condiziona i suoi rapporti con i Paesi terzi al rispetto dei diritti umani".
Patrick George Zaky "gode di pieni diritti, come gli altri arrestati, senza discriminazioni" ha detto ancora il presidente del Parlamento egiziano, ricordando che l'arresto del ricercatore è avvenuto in base a "provvedimenti giudiziari" presi nei suoi confronti "dalla procura generale a settembre 2019 e che l'uomo è stato arrestato l'8 febbraio 2020 al suo arrivo nel Paese proveniente dall'Italia".
Attivisti Zaky: "Da Egitto propaganda per spaventare"
"Le affermazioni su ingerenze esterne non sono altro che una propaganda nazionalista utilizzata per spaventare gli egiziani e impedire loro di esporre i crimini dello Stato egiziano". Così gli attivisti della campagna ufficiale di solidarietà a favore di Patrick George Zaky.
Direttore Eipr: "Illogico trasferire Zaky"
"La notizia dell'udienza sulla custodia cautelare fissata a sabato 15 febbraio si per sè non è una cattiva notizia. Ma non saltiamo a conclusioni affrettate: sabato i giudici non si pronunceranno sulle accuse a carico di Zaky, discuteranno il ricorso dei suoi legali per la scarcerazione. Quindi ci si atterrà agli affetti procedurali". Lo ha dichiarato all'agenzia Dire Amr Abd Al-Rahman, direttore dell'Egyptian initiative for personal rights (Eipr), ong che sta seguendo attraverso i suoi legali la vicenda giudiziaria di Patrick Zaky.
Lo studente di 27 anni dell'Università di Bologna, tenuto in detenzione da venerdì scorso, collabora da tempo con l'Eipr per la difesa dei diritti umani e di genere in Egitto. Come prosegue il responsabile, "oggi Zaky ha incontrato i familiari e i legali. Le sue condizioni sono buone, ha detto di non subire maltrattamenti ma la nuova struttura in cui è stato trasferito (la stazione di polizia di Talkha) non è adeguata come la precedente", ossia quella di Mansoura.
Questo perchè "è un po' più lontana rispetto a dove abita la sua famiglia, inoltre è più affollata". I detenuti inoltre "non sono prigionieri di coscienza, ma hanno commesso altri tipi di crimini e reati comuni". Per Abd Al-Rahman il trasferimento a Talkha "è una scelta che non comprendiamo", perché "dietro a questa misura non c'e' nessuna logica".