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(Afp)

Video porno sui social, candidato a sindaco di Parigi si ritira

L'ex portavoce del governo francese, e candidato del partito di Emmanuel Macron a sindaco di Parigi, ha ritirato la sua candidatura alle elezioni del prossimo marzo a seguito della pubblicazione di un video a contenuto sessuale. "Un sito Internet e i social media hanno pubblicato attacchi ignobili alla mia vita privata", ha dichiarato Benjamin Griveaux spiegando di aver deciso di ritirare la sua candidatura perché "non voglio esporre la mia famiglia e me stesso ad altri attacchi, dal momento che tutto è permesso".

Lo scandalo è esploso quando, mercoledì sera, un sito ha pubblicato un video con dei messaggi indirizzati a una donna che sarebbero stati inviati da Griveaux. Nell'annunciare il ritiro della sua candidatura, l'esponente del partito di Macron ha denunciato: "Da oltre un anno la mia famiglia ed io siamo oggetto di dichiarazioni diffamatorie, menzogne, voci, attacchi anonimi, diffusione di conversazioni private e minacce di morte". "Come se questo non bastasse, ieri è stato raggiunto un nuovo livello", ha detto ancora.

ARTISTA RUSSO RIVENDICA DIFFUSIONE DEL VIDEO - La diffusione del filmato è stata rivendicata da un controverso artista russo, Pyotr Pavlensky. In esilio in Francia, dove ha ottenuto asilo politico nel 2017, Pavlensky ha dichiarato ieri sera a Liberation di aver ottenuto il materiale da "una fonte" che aveva una relazione consenziente con il candidato del partito La Republique en Marche del presidente Macron. E oggi ha promesso altre denunce contro i politici "ipocriti".

Griveaux parla "di valori familiari, dice di voler essere il sindaco delle famiglie e cita sempre moglie e figli in esempio, ma fa tutto il contrario - ha detto l'artista a Liberation - Non m'importa della sessualità degli altri... ma devono essere onesti. Lui vuole guidare la città e mente agli elettori. Ora vivo in Francia, sono parigino, per me è importante". "Griveaux è stato il primo - ha aggiunto oggi Pavlensky all'emittente LCI - intendiamo continuare, l'attività del mio sito è appena iniziata". "Il mio obiettivo - ha proseguito - è denunciare il puritanesimo in politica e l'ipocrisia dei suoi responsabili".

Pavlensky, 35 anni, è noto per i suoi gesti eclatanti di protesta. Nel gennaio 2019 è stato condannato a tre anni di carcere, di cui due con la condizionale, per aver incendiato la facciata della Banca di Francia nell'ottobre 2017. In Russia non era stato da meno: nel 2012 si è cucito le labbra per protesta contro la condanna a due anni di carcere delle cantanti del gruppo Pussy Riot, accusate di aver 'profanato' la cattedrale di Mosca. Un anno dopo si è inchiodato la pelle dei testicoli sulla piazza Rossa e nel 2015 ha dato fuoco alle porte dell'ex sede del Kgb.

CHI SOSTITUIRÀ GRIVEAUX? - Chi sostituirà Benjamin Griveaux come candidato Lrem al comune di Parigi? A quattro settimane dalle elezioni municipali, la clamorosa rinuncia dell'ex portavoce di Macron mette in difficoltà il partito La Republique en Marche. Lo scandalo Griveaux è arrivato come una bomba sulla campagna di un candidato che non era mai riuscito a sfondare, tanto che i sondaggi lo davano al terzo posto dopo la sindaca uscente, la socialista Anne Hidalgo, e l'ex ministra della Giustizia Rachida Dati, candidata del partito conservatore Les Republicains (Lr). Ora bisognerà trovare un nuovo nome, con il rischio di bruciare un esponente del partito in una gara tutta in salita.

Secondo Le Parisien circolano già alcuni nomi, come Delphine Burkli, minisindaca dell'undicesimo arrondissement, ex Lr passata al partito di Macron. Ma, per quanto apprezzata per il suo lavoro, appare troppo poco conosciuta. L'Eliseo, scrive il quotidiano, sarebbe propenso a puntare in alto, su un esponente del governo. La ministra della Salute, Agnes Buzyn, avrebbe da tempo fatto sapere di volersi mettere alla prova in una campagna elettorale. Ma data l'emergenza del coronavirus è difficile che possa anche candidarsi a sindaco di Parigi. Per questo si parla in queste ore di Marlene Schiappa, sottosegretaria per le Pari opportunità. Donna, piena di energia, conosce bene la materia essendo stata impegnata nella campagna di Griveaux, come candidata nel quattordicesimo arrondissement.

MONDO POLITICO CON GRIVEAUX - L'intero mondo politico francese ha reagito con sdegno alla diffusione del video. Sia gli altri candidati che esponenti di tutti gli altri partiti hanno espresso indignazione per la violazione della sua vita privata. "I parigini e le parigine si meritano un dibattito dignitoso", ha detto la sindaca uscente Anne Hidalgo, esortando al "rispetto della vita privata e delle persone". "Pieno sostegno" contro "un attacco indegno" che "è una minaccia grave per la nostra democrazia" è stato espresso da Credic Villani, il matematico che ha lasciato Lrem per candidarsi a Parigi. "I parigini meritano una campagna calma e dignitosa, all'altezza delle sfide per l'avvenire di Parigi", ha detto la candidata della destra, Rachida Dati.

Forte sdegno è stato espresso da Jean Luc Melenchon, normalmente poco tenero con il partito di Macron. "La pubblicazione di immagini intime per distruggere un avversario è odiosa - ha twittato il leader del partito della sinistra radicale France Insoumise - rifiutiamo la deriva voyeuristica della vita politica del nostro Paese". Anche il Rassemblemnt National, il partito di estrema destra di Marine Le Pen, ha stigmatizzato il video. "Non siamo in America", serve una distinzione fra vita privata e pubblica, ha detto il deputato Sebastien Chenu a Bfmtv.

Intanto il primo ministro Edouard Philippe ha detto di "rispettare" la decisione di Griveaux e gli ha espresso tutta la sua "simpatia". Durissima l'ex ministra socialista della Cultura Aurelie Philipetti, che su Twitter ha stigmatizzato la diffusione del video chiedendosi "fino a dove arriveremo con la vergogna e l'abominio?". "E' una schifezza, una fiera della spazzatura", si è indignato su BfmTv il deputato Lrem Bruno Questel. "Attacchi inqualificabili e immondi" e "indegni della nostra democrazia", ha detto il segretario di Lrem Stanislas Guerini.