Fondo di garanzia per il terzo settore «Servirà ad affrontare le nuove emergenze sociali»
LA FONDAZIONE CARIMA in collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato delle Marche e Intesa Sanpaolo, ha organizzato un convegno di approfondimento all’Abbadia di Fiastra,
by Marco CencioniCondividi3TweetEmail3 Condivisioni
La Fondazione Carima, in collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato delle Marche e Intesa Sanpaolo, ha organizzato un convegno di approfondimento, che si è svolto ieri all’Abbadia di Fiastra, sul Fondo di garanzia per le organizzazioni marchigiane del Terzo Settore promosso dalla Consulta tra le Fondazioni Casse di Risparmio delle Marche.L’iniziativa è stata pensata per diffondere la conoscenza di questo strumento finanziario innovativo sul territorio provinciale e per spiegarne il funzionamento ai potenziali soggetti beneficiari.
I lavori sono stati aperti dalla presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo Ruiti, che ha rimarcato l’importanza e il valore del mondo del volontariato nella società, senza il quale il nostro Paese si troverebbe in una situazione di grande difficoltà a causa delle numerose sacche di criticità esistenti. «Oggi siamo alle prese con nuove emergenze sociali – ha dichiarato – ci aspettano quindi nuove sfide da affrontare e nuovi progetti da realizzare. Il Fondo di garanzia vuole sostenere il prezioso lavoro svolto dalle organizzazioni del Terzo Settore».
Gli interventi dei relatori hanno illustrato la genesi del Fondo di garanzia e le modalità per accedere ai benefici garantiti dallo stesso, nonché l’importanza delle reti nella progettazione. Sono intervenuti sul tema Gianni Fermanelli (segretario generale Fondazione Carima), Alberto Neri (direttore di Area Direzione Impact Intesa Sanpaolo Emilia Romagna, Marche e Abruzzo) e Daniele Antonozzi (presidente delegazione provinciale Csv Marche).
È stato sottolineato inoltre come il territorio maceratese, in particolare, e quello marchigiano, in generale, sia particolarmente virtuoso in questo ambito grazie ad una forte presenza di associazioni, tra cui si evidenziano vere e proprie eccellenze. Il Fondo di garanzia, dunque, si rivolge alle realtà associative marchigiane, soprattutto di dimensioni medio-piccole poiché hanno maggiori difficoltà a reperire risorse, per dare loro fiducia e coraggio ad intraprendere nuove progettualità.
In concreto, il Fondo di garanzia è alimentato dalle risorse delle Fondazioni aderenti alla Consulta tra le Fondazioni Casse di Risparmio delle Marche – tra cui la Fondazione Carima che ha aderito con un impegno economico di quasi 100mila euro attestandosi al secondo posto per entità del contributo – ed è volto ad agevolare il rilascio della garanzia fideiussoria in favore degli enti non profit che accedono a finanziamenti pubblici e privati.
Il Csv Marche, infatti, grazie all’attività svolta sul territorio dai propri sportelli, ha portato all’attenzione della Consulta la difficoltà delle organizzazioni del Terzo Settore a partecipare a bandi a valere su fondi europei, nazionali o regionali, perché gli stessi presuppongono dotazioni economico-patrimoniali o la presentazione di apposite fideiussioni, che non di rado comportano la necessità di prestare garanzie personali da parte degli amministratori.
Dalla partnership operativa tra le Fondazioni marchigiane e la Direzione Impact del Gruppo Intesa Sanpaolo è quindi scaturito un accordo per il rilascio di garanzia fideiussoria a beneficio degli enti del Terzo Settore tramite apposito fondo, che rimarrà attivo fino al 31 dicembre 2024. L’importo massimo di ciascun impegno di firma sarà pari a 70mila0 euro, per il quale il fondo garantirà la copertura dell’80% del credito vantato dalla banca nei confronti del beneficiario. In tal modo, le predette organizzazioni saranno nella condizione di poter partecipare a bandi e gestire progetti vincitori di bandi assegnatari di risorse.
I beneficiari sono dunque enti non profit, anche costituiti in forme aggregative, che abbiano sede legale e operativa nel territorio marchigiano, siano attivi da almeno due anni ovvero neocostituiti a seguito di un progetto di fusione o integrazione tra organizzazioni esistenti da almeno due anni, nonché in grado di comprovare l’assegnazione di un contributo relativo a bandi pubblici o privati inerenti al Terzo settore che richiedano l’emissione di un impegno di firma.