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Nel Paese in cui essere se stessi è rivoluzionario, abbiamo bisogno della normalità di Elly Schlein

Fa politica dai tempi universitari, conquistando sul campo un seggio al Parlamento europeo. Ora che è campionessa di preferenze in Emilia Romagna viene scelta come vice presidente della Regione. Elly Schlein è il volto di una generazione che non ha paura di scendere in campo, di essere parte attiva e di dire apertamente chi ama.

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Ha sfidato Salvini non solo in aula, ma anche vis à vis in quello che è diventato uno dei video più visti degli ultimi mesi. E ha conquistato la vice presidenza dell’Emilia Romagna a guida Bonaccini, dopo essere stata campionessa di preferenze alle ultime elezioni regionali, con la lista Emilia Romagna Coraggiosa. Lei, Elly Schlein, coraggiosa lo è stata. Fin da quando ha deciso, lo scorso anno, di non ricandidarsi come parlamentare europea, nonostante fosse corteggiata da più parti: il Partito Democratico, Mdp, La Sinistra. Tutti hanno provato a tirarla per la giacchetta e averla dalla loro parte. Ma lei, convinta che per sconfiggere i venti nazionalisti che soffiano in tutta Europa non bisogna frammentarsi ma unirsi, ha deciso di ripartire dal territorio.

Elly Schlein, la politica che parte dal basso

Coraggiosa Elly, come il volto sano della generazione dei trentenni di oggi. Cosmopoliti, impegnati, preparati, con un obiettivo chiaro da seguire. I confini lei li ha abbattuti sin dalla sua infanzia, nascendo a Lugano e trasferendosi poi a Bologna a diciannove anni. Un nonno materno partigiano e senatore del Partito socialista, quello paterno emigrato negli Stati Uniti dall’Ucraina per sfuggire alla persecuzione contro gli ebrei. E poi l’attivismo come rappresentante degli studenti alla facoltà di Giurisprudenza, il volontariato nella campagna elettorale di Barack Obama. E ancora il movimento Occupy PD, la ferma posizione contro i 101 franchi tiratori che affossarono la candidatura contro Romano Prodi alla presidenza della Repubblica. Fino ad arrivare alla direzione del Pd, partito abbandonato poi nel 2015 dopo la frattura insanabile con le politiche del governo Renzi.

C'è ancora bisogno di dichiarare chi si ama?

Coraggiosa Elly che ha fatto delle chiacchiere i fatti, una volta insediata nel Parlamento europeo, tentando ostinatamente di modificare il Trattato di Dublino e spingendo verso una redistribuzione dei migranti equa e dal volto umano. Coraggiosa, Elly, anche per la naturalezza con cui ha risposto alle domande sulla sua vita privata in diretta tv, dichiarando di essere fidanzata con una donna. Senza sviare, o abbassare lo sguardo, ha risposto a Daria Bignardi (nel programma tv "L'Assedio") di essere felice con la sua compagna, “finché la sopporta”. Sarebbe bello non doverla definire coraggiosa, perché il suo coming out dovrebbe avere il sapore della normalità. Quella normalità che nel mondo dei trentenni già esiste. Sono quelli che viaggiano, che sono abituati a spostarsi per lavoro o per studio in tutta Europa o in tutto il mondo. Sono quelli che condividono la scrivania con un collega spagnolo, un appartamento con un coinquilino greco o rumeno, russo, giapponese. Sono quei trentenni che mettono a tavola cibo indiano o che hanno l’abbonamento al New Yorker. E sono anche quelli che vivono la propria sessualità senza doverla per forza definire, che si innamorano di persone dello stesso sesso senza doversi giustificare. E se sono costretti a farlo è solo per dare spiegazioni a quelle generazioni che si ostinano a considerare “normale” solo quello a cui sono abituati o a cui sono stati costretti ad abituarsi. Ma Elly è il volto di tutte quelle donne e quegli uomini che non si nascondono dietro una bandiera o dietro una rigida sessualità, che prestano il volto in tv a quella che è la quotidianità di migliaia di persone. Coraggiosa Elly e coraggiosa quella generazione che non ha paura di ammettere di essere felice fuori da quegli steccati che qualcun altro ha voluto tirare su, non vedendo che piano piano stanno cadendo uno dietro l’altro.